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Editoriale
Ugo Cappellacci
Piano Sulcis: una risposta straordinaria alla crisi
Paola Ferri
Un'area in crisi senza redditi di lavoro
Gherardo Gherardini
Portovesme: un polo vitale per l'economia del territorio

Ripresa del Sulcis: il parere di Confindustria
Gabriella Lai
Un piccolo Piano di Rinascita per il rilancio del territorio
Alberto Monteverde
Parco geominerario: una risorsa per l'isola
Documenti
Protocollo d'Intesa sul Piano Sulcis

Il contenuto redazionale è aggiornato alla data del 30 aprile 2013. Vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e l'utilizzazione di questo numero monografico in incontri, convegni, seminari, se non previa autorizzazione scritta dell'editore.

 

Piano Sulcis: una risposta straordinaria alla crisi
Ugo Cappellacci

 

SARDEGNA INDUSTRIALE n. 1-2/2013 - 30 Aprile 2013

 

Piano Sulcis:
una risposta straordinaria alla crisi

di Ugo Cappellacci

Il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci
Il presidente della Regione
Sardegna, Ugo Cappellacci
Il Piano Sulcis nasce dall’esigenza di dare una risposta straordinaria alla crisi, una soluzione a quella “Vertenza Sulcis” diventata vertenza di carattere nazionale perché nazionale è la dimensione e l'importanza del sito industriale di Portovesme e delle sue produzioni metallurgiche, come l'alluminio, il piombo e lo zinco, uniche per la loro rilevanza in Italia. 

In attuazione degli impegni assunti con la sottoscrizione dell'accordo Alcoa al Mise il 27 marzo scorso, la Regione ha fin da subito avviato quanto necessario per la elaborazione di un progetto integrato di sviluppo del territorio. Una prima importante formalizzazione è avvenuta con l’approvazione della delibera della Giunta regionale del 31 luglio 2012 “Atto di indirizzo per la elaborazione ed attuazione di un piano straordinario per il Sulcis", quale atto finale di un processo di condivisione delle scelte con le istituzioni locali.

Un provvedimento che ha confermato, innanzitutto, la valenza strategica delle produzioni industriali del territorio che devono essere salvaguardate e rilanciate. L’obiettivo, infatti, è duplice poiché, in primo luogo, si pongono le condizioni per portare a sistema, entro un processo integrato, una serie di interventi che la Regione e le istituzioni locali hanno già programmato in materia di infrastrutture, di bonifiche ambientali, di progetti di filiera e sviluppo locale per un importo di circa 220 milioni di euro. In secondo luogo, si prefigurano una serie di nuovi interventi con uno stanziamento aggiuntivo di risorse, pari a circa 127 milioni che, anch'essi integrati con quelli già programmati, servono a  connotare ancora più chiaramente l’esigenza di individuare nuove prospettive di crescita e di occupazione, aprendo nuovi fronti dello sviluppo, quali quelli del turismo ambientale e minerario, quello della nautica da diporto, quello delle produzioni agro-alimentari di qualità, quello della green economy e delle produzioni energetiche eco-sostenibili, compresa la valorizzazione del carbone pulito.

Altro passo importante è stato compiuto il 13 novembre scorso quando, in occasione della visita dei ministri Passera e Barca e del sottosegretario De Vincenti, è stato sottoscritto a Carbonia il Protocollo d’Intesa “Per la definizione di obiettivi e condizioni generali di sviluppo e l’attuazione dei relativi programmi nel Sulcis Iglesiente”. Un passaggio significativo perché si è partiti dal presupposto che le principali aziende del settore energetico e metallurgico del Sulcis stanno attraversando un periodo di crisi industriale, che determina un notevole impatto negativo a livello occupazionale, e rende indispensabile l’attuazione di interventi di riqualificazione produttiva e infrastrutturale di quelle aree. Perciò, tenuto conto che questi insediamenti industriali sono costituiti da attività che incidono negativamente sull’ambiente circostante, è necessario effettuare interventi di sviluppo e di riqualificazione industriale che potenzino i livelli occupazionali e che garantiscano, al contempo, lo sviluppo sostenibile.

I principali obiettivi delle linee guida del Piano Sulcis riguardano, infatti, la salvaguardia del tessuto produttivo attraverso iniziative industrialmente sostenibili, con particolare riferimento al settore della metallurgia non ferrosa in un’ottica di efficientamento energetico, ecologico ed economico e al contenimento dei costi delle imprese energivore; la realizzazione di un Centro di eccellenza “Carbone pulito”, all’interno del quale verrà avviata anche una sperimentazione del Progetto Integrato CCS Sulcis; la realizzazione delle infrastrutture necessarie per la creazione di nuove iniziative imprenditoriali; l’individuazione di nuove prospettive di sviluppo per le filiere dell’energia pulita e dell’agro-energia eco-compatibile, del risanamento ambientale, dell’agro-alimentare e del turismo; la definizione di adeguati piani di formazione e riqualificazione professionale, per ciascuna delle filiere individuate; lo sviluppo dei centri di ricerca già esistenti e la creazione di un nuovo polo specializzato nel risanamento ambientale dei suoli e delle acque; la definizione della azioni di governance per la realizzazione delle iniziative di sviluppo del territorio.

Il quadro complessivo degli interventi del Piano Sulcis ammonta a 451,007 milioni, di cui 233,307 milioni deliberati su risorse regionali e locali e destinati alla bonifica delle aree dismesse, alle infrastrutture per lo sviluppo locale, ai progetti integrati di sviluppo locale, alla salvaguardia e rilancio del polo industriale esistente e al progetto integrato miniera-centrale-stoccaggio CO2 CCS Sulcis.

Gli esiti del bando internazionale di idee sono previsti entro fine aprile e il Piano Sulcis, pur rappresentando una scommessa di lungo periodo, conferma il nostro impegno e lavoro quotidiano per le future generazioni. Se in passato ingenti risorse fossero state investite con lo stesso metodo di oggi, la situazione della Sardegna sarebbe più vicina a quelle delle regioni del Nord anche sotto questo aspetto, così come per la spendita delle risorse comunitarie.

   Per concludere, quella che abbiamo davanti è una sfida ineludibile:  una sfida perché  il successo del Piano Sulcis si misurerà in un arco di tempo non breve e non sarà facile mantenere alta l'attenzione e la vigilanza che richiede un progetto così ambizioso, destinato a riscrivere la storia economico-sociale di questo territorio; ineludibile perchè dopo tanti  incontri, confronti, dibattiti, ci troviamo di fronte a un atto che traduce le troppe parole di questi ultimi venti anni in fatti concreti. Insomma un’occasione che il Sulcis, e l’intera Sardegna, devono cogliere.

 *Presidente dela Regione Autonoma della Sardegna