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Editoriale
di Gherardo Gherardini
Il pericolo nascosto dei rifiuti industriali

Il Piano regionale per i rifiuti speciali

Siti inquinati: i programmi di bonifica

Problema imballaggi: no alla filosofia dell’usa e getta
di Pietro Stagno
Un Mezzogiorno a propulsione segmentata

Nuove strategie operative per l’area vasta di Cagliari

 

Problema imballaggi: no alla filosofia dell’usa e getta

 

L’abbiamo sempre detto e ripetuto, sulle pagine di Sardegna industriale, ogni volta che abbiamo trattato il tema dei rifiuti: il riciclaggio è una buona strada, probabilmente la migliore, ma è già un operare sugli effetti piuttosto che sulle cause. L’opzione più intelligente e compatibile – da un punto di vista ambientale – è quella di una minore produzione di rifiuti all’origine, riducendo soprattutto la quantità di imballaggi, che costituiscono circa il 40% in peso ed il 60 in volume di tutti i rifiuti solidi urbani.
Minore produzione di rifiuti significa anche, in qualche modo, moderazione dei consumi e soprattutto sovvertimento della regola (o “filosofia” se vogliamo ricorrere ad un termine forte) dell’usa e getta, cosa che appare ancora lontana da venire. Ciò perché si tratta di una questione di educazione ambientale nel senso più ampio del termine, oltre che di stile di vita, perché ormai viviamo in una società che butta tutto, che non sente il bisogno di recuperare nulla.
Ma siamo proprio sicuri che sia una società sana quella in cui l’involucro – a volte – è arrivato a costare più del contenuto? Proprio come risposta a questa domanda, negli ultimi anni, sono state emanate precise norme di legge, tutte derivanti dalla cosiddetta “legge Ronchi”, vera pietra miliare nel sistema di gestione dei rifiuti adottato in Italia.
«Per quanto riguarda la Sardegna – ricorda Franca Leuzzi, direttrice del servizio Gestione rifiuti dell’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente – nel giugno del 2002 la Giunta regionale ha approvato, come parte integrante della pianificazione regionale in materia di rifiuti, una specifica sezione inerente agli imballaggi, in attuazione del programma di prevenzione e di gestione degli imballaggi stessi e dei rifiuti di imballaggio elaborato dal Conai, il consorzio che riunisce tutti i soggetti operanti nel campo del recupero e nel riciclo».
Spulciando il decreto Ronchi, troviamo le definizioni più direttamente legate alle linee guida regionali. Ecco quindi l’imballaggio: il prodotto anche a perdere, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere ed a proteggere determinate merci, al fine di consentire la loro manipolazione e consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore e ad assicurare la loro presentazione. Questa invece la definizione di rifiuti di imballaggio: ogni imballaggio o materiale di imballaggio di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi.
«Come diretta conseguenza della normativa nazionale – spiegano al­l’As­sessorato – anche il Piano regionale distingue gli imballaggi in tre categorie, in funzione dello scopo per il quale sono utilizzati». Ecco allora che troviamo gli imballaggi primari, altrimenti detti imballaggi per la vendita, concepiti cioè per costituire, nel punto vendita, una unità per l’utente finale o per il consumatore. Poi, gli imballaggi secondari, o multipli, concepiti per costituire nel punto vendita il raggruppamento di più unità di vendita; hanno la peculiarità di poter essere rimossi dal prodotto senza alternarne le caratteristiche. Infine, gli imballaggi terziari, o per il trasporto, concepiti cioè per facilitare la manipolazione e/o il trasporto di più unità di vendita o di più imballaggi multipli. Va precisato che, nella classificazione, sono esclusi i container per i trasporti stradali, ferroviari, marittimi e aerei.
L’assessore regionale dell’ambiente Tonino Dessì, che ha avvertito l’importanza dell’aspetto “imballaggio” nell’ambito dell’intera problematica della produzione di rifiuti, sta affrontando la questione con notevole impegno. È lui a descriverci i principi generali a cui si deve uniformare l’intera attività regionale di gestione degli imballaggi: «Va in primo luogo privilegiata la prevenzione alla fonte della quantità e pericolosità degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, operando su due fronti: quello della riduzione della produzione e quello dell’impiego di imballaggi riutilizzabili. Occorre poi dedicare particolare attenzione alla fase del recupero e riciclaggio della materia prima, dando sviluppo alla raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio. Con queste operazioni – prosegue Dessì – si possono raggiungere due importanti obiettivi: il primo, promuovere l’utilizzo dei materiali ottenuti da imballaggi recuperati e riciclati; il secondo, ridurre il flusso dei rifiuti di imballaggio destinati allo smaltimento, privilegiando anche in questo caso le forme che consentano altre tipologie di recupero».
I responsabili della corretta gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio sono in primo luogo i produttori, cioè i fornitori di materiali di imballaggio, i fabbricanti, i trasformatori e gli importatori di imballaggi vuoti e di materiali di imballaggio; in seconda battuta, gli utilizzatori, cioè i commercianti, i distributori, gli utenti di imballaggi e gli importatori di imballaggi pieni.
Aspetto rilevante è rappresentato dal fatto che esplicitamente le norme indicano che i costi per la raccolta (ritiro di imballaggi usati, raccolta dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari, raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio comunque conferiti al servizio pubblico), per il riutilizzo di imballaggi usati, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti di imballaggio e lo smaltimento dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari sono a carico dei produttori e degli utilizzatori. «Per far fronte a questo impegno finanziario – ha recentemente dichiarato Gianfranco Faina, presidente del Conai – il Consorzio addebita a produttori e utilizzatori gli oneri del sistema di gestione degli imballaggi tramite l’applicazione del “contributo ambientale” al momento della prima cessione dell’imballaggio dal produttore all’utilizzatore». 

I Consorzi di filiera
I produttori hanno anche un altro obbligo ben preciso, qualora non riescano ad organizzarsi autonomamente (il che non è facile, né conveniente). Essi devono infatti aderire ai Consorzi di filiera istituiti per ciascun materiale di imballaggio, e precisamente: il Comico (imballaggi cellulosici), Rilegno (imballaggi legnosi), Corepla (imballaggi in plastica), Cna – Consorzio Nazionale Acciaio (imballaggi in acciaio e banda stagnata), Coreve (imballaggi in vetro), Cial (imballaggi in alluminio).
«Questi Consorzi – spiegano al Conai – sono stati istituiti con un decreto ministeriale del 15 luglio 1998 e devono garantire la ripresa degli imballaggi usati , la raccolta dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari su

superfici private, nonché il ritiro degli imballaggi conferiti al servizio pubblico. Ogni Consorzio di filiera deve redigere un proprio programma di gestione, che costituisce la base del Programma generale di prevenzione e di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, quest’ultimo di pertinenza del Conai».
È importante segnalare che, a livello comunitario, è in corso la revisione (in aumento) degli obiettivi di riciclaggio a suo tempo indicati. I nuovi obiettivi minimi proposti in peso sono i seguenti: 70% per il vetro; 60% per la carta; 50% per i metalli; 20% per la plastica (per questa particolare filiera, l’obiettivo è da intendersi riferito al solo riciclaggio meccanico, mentre quello chimico può concorrere all’obiettivo globale per il 60%).

La produzione in Sardegna
La ripartizione percentuale delle varie frazioni nel totale imballaggi immessi al consumo in Sardegna è la seguente, desumibile dalle tabelle del Piano elaborato dall’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente:
– mediamente gli imballaggi nel territorio regionale rappresentano l’1,7% del totale nazionale, con oscillazioni contenute per le varie tipologie dei materiali; incidenza significativamente inferiore viene indicata per il legno, mentre per alluminio e vetro l’incidenza è di poco superiore al 2 per cento;
– gli imballaggi in legno sono per lo più concentrati nella categoria dei secondari e terziari da superfici private, rappresentando l’80% del totale;
– gli imballaggi in vetro ed alluminio, proprio per le loro caratteristiche, sono quasi totalmente classificabili tra gli imballaggi primari e comunque interamente conferiti al sistema pubblico di raccolta;
– la carta ed il cartone presentano un’incidenza del 40% nella tipologia di secondari e terziari da superfici private e solo del 26% nella tipologia primaria; significativa l’incidenza degli imballaggi comunque conferiti al sistema pubblico di raccolta (sostanzialmente coincidenti con i secondari), pari al 33-34 per cento;
– sostanzialmente simile la ripartizione di plastiche ed acciaio nelle varie tipologie, con circa il 60% da attribuire ai primari.  

Conai e Consorzi di filiera
Dal programma generale di prevenzione predisposto dal Conai emerge che i consorziati hanno raggiunto la cifra di oltre un milione e trecentocinquantamila aziende, costituite dal 99,3% da utilizzatori e dallo 0,7% di produttori. Come ripartizione geografica, nel Nord è localizzato il 51% dei consorziati, mentre il Centro ed il Sud partecipano rispettivamente con il 21 ed il 28 per cento. «Ma nel territorio nazionale – sottolinea il presidente Faina – persistono delle sacche in cui le raccolte e di conseguenza le percentuali avviate a riciclo risultano assolutamente insoddisfacenti». Tra queste, la Sardegna, che presenta la seguente situazione, fotografata al 2001, data del più recente riferimento fornito proprio dal Conai.

Acciaio. In provincia di Cagliari le convenzioni riguardano la piattaforma Insa di Domusnovas-Musei, a cui fanno riferimento numerose società che eseguono la raccolta di ferrosi a livello comunale, e la Società Sardinia Ambiente (ex Ecologica) di Villasor, che cura direttamente la raccolta differenziata in alcuni comuni nel territorio provinciale di Cagliari e Nuoro.
In provincia di Nuoro risulta convenzionata la Tossilo TecnoService, che gestisce l’impianto di selezione-trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati dell’Ambito provinciale di Nuoro, con recupero dell’imballaggio ferroso proveniente dalla selezione meccanica e non da raccolta differenziata.
In provincia di Sassari risulta convenzionata la società Eredi Marceddu, che opera nel settore della rottamazione anche da raccolta separata comunale di apparecchiature dismesse. Pur essendo stati avviati i contatti anche con le società Officine Olme, Waste Management e Asa, che operano nelle raccolte ordinarie e differenziate dei rifiuti urbani, al 200l non risultano attivate le relative convenzioni.
Sono invece state accese convenzioni con le Società Inversol (Sassari) e EcoSilam (Cagliari) che operano nel trattamento dei rifiuti speciali.
I quantitativi conferiti al circuito del Cna sono dell’ordine delle 340 t/a nel 2001. La stima degli imballaggi viene eseguita computando il 20% del totale ingombranti ferrosi conferiti in piattaforma (formula utilizzata allo scopo di promuovere la raccolta separata degli imballaggi in acciaio, ove possibile e sostenibile).

Alluminio. In provincia di Cagliari è attiva la convenzione con la società Sardinia Ambiente e con la Officine Olme di Quartucciu, quest’ultima operante principalmente in provincia di Oristano. In provincia di Nuoro è attiva la convenzione con la società Asa di Gerghi, che opera in quel territorio.
Il Cial non segnala conferimenti di materiali nel 2001 da parte dei convenzionati, nonostante indichi l’esistenza di un utilizzatore in Sardegna rappresentato dall’Ila di Portovesme. Il Consorzio non possiede piattaforme ma è disposto a ritirare il materiale direttamente nel posto indicato dal convenzionato.

Vetro. Il Coreve al 200l risulta assente in Sardegna. Sono stati avviati i contatti con le società Cogesa, Asa, Sardinia Ambiente, Cooplat, la prima delle quali risulta essere quella più vicina alla sottoscrizione. Risultano altresì avviati i contatti con la Società Ecosansperate (Ca), con l’obiettivo di svolgere il ruolo di centro di recupero/trattamento almeno nel bacino del Cagliaritano.

Plastica. In Sardegna sono presenti due centri utilizzatori della plastica di recupero (Coneco ed Ecoplast, entrambe in zona industriale di Ottana/Bolotana) e la piattaforma Insa, che accettano materiale per conto del Corepla. I 12 convenzionati esistenti in Sardegna conferiscono il materiale ai tre centri succitati secondo le disposizioni del Consorzio di appartenenza.
In provincia di Cagliari le convenzioni riguardano direttamente il comune di Assemini e le Società Cogesa, Cilloco, Sardinia Ambiente, tutte concessionarie di servizi di raccolta comunale.
In provincia di Nuoro sono attive le convenzioni col comune di Macomer e con le società Asa, Sitek, Sardinia Ambiente. Nell’Oristanese, le convenzioni riguardano la Società Seresa e la Officine Olme, che curano per diversi comuni la raccolta differenziata, mentre in provincia di Sassari sono convenzionate le società Sem e Cosir, oltre al Comune di Sassari in via diretta.

Carta, cartone, legno. Per questa particolare filiera, la Regione ha sottoscritto un accordo di programma con il Conai ed i Consorzi interessati nel luglio 2003, tendente a garantire la certezza del riutilizzo del materiale di imballaggio conferito dal servizio pubblico di raccolta.
Nell’ambito di questo accordo, il Comieco (Consorzio per gli imballaggi di tipo cellulosico) ha attivato dei centri di conferimento in ciascuna provincia ed ha indicato come terminale per il riutilizzo la cartiera “Papiro Sarda” di Cagliari. Allo stato attuale delle conoscenze non è dato sapere se in Sardegna verrà attivato qualche altro polo cartario (es. riavvio della cartiera di Arbatax; realizzazione di nuovo impianto in area industriale di Ottana), che possa accettare nell’isola la carta di recupero, ma l’accordo sottoscritto con Comieco, che interviene sia sugli imballaggi sia sulla carta grafica e mista, garantisce che qualora lo sviluppo della raccolta della carta e cartone fosse tale da eccedere la potenzialità di trattamento della menzionata cartiera, verranno attivati i necessari contratti con cartiere della penisola per il necessario sbocco dei materiali.
Per gli imballaggi in legno, il Consorzio “Rilegno” ha in fase di definizione l’attivazione dei centri di conferimento, mentre non ha ancora stabilito il terminale del riutilizzo. In ogni caso, nell’ambito dell’accordo con Conai, deve essere garantito l’avvio a riutilizzo del materiale raccolto.
Pertanto, il sistema pubblico non deve programmare l’attivazione di centri di riutilizzo, ma deve garantire la razionalizzazione dei costi del trasferimento delle frazioni merceologiche raccolte, eventualmente favorendo al realizzazione di piattaforme di ambito o subambito finalizzate allo stoccaggio e prima valorizzazione del materiale (es. separazione del cartone dalla carta grafica o dalla carta di qualità), per dare maggiore valore aggiunto al materiale. 

Disposizioni regionali
«Il Piano elaborato dalla Regione – spiega l’assessore Dessì – prevede che le piattaforme pubbliche di ambito/sub-ambito, che potranno avere anche valenza di centri di conferimento per conto dei Consorzi di filiera, dovranno preferibilmente nascere già asservite a sistemi consortili di raccolta per diventarvi parte integrante, ed evitare di configurarsi come elemento aggiuntivo, di titolarità diversa dagli Enti gestori delle raccolte, e quindi anche come centro di costo aggiuntivo».
Per l’attuazione delle raccolte separate, l’accordo prevede tre passaggi fondamentali:
– obbligo per le Amministrazioni comunali dell’adozione di regolamenti comunali che stabiliscano il divieto, per le attività commerciali, artigianali e di servizio, del conferimento al circuito ordinario di raccolta comunale dei propri rifiuti di imballaggio secondari e terziari; parimenti dovrà essere stabilito l’obbligo per le stesse di servirsi di circuiti distinti con avvio del materiale a riciclaggio e/o recupero, insieme al divieto di utilizzo della discarica come opzione di smaltimento finale. Qualora le Amministrazioni comunali ritengano di voler fornire alle utenze commerciali, artigianali e di servizio che insistono nel proprio territorio, il servizio di raccolta dei rifiuti di imballaggio mediante il gestore del servizio comunale di raccolta, dovranno prevederlo nel proprio regolamento;
– adozione obbligatoria a livello comunale di servizi di raccolta separata degli imballaggi primari in materiale cellulosico e della carta (grafica, mista,) presso le utenze domestiche, con inserimento nel regolamento comunale dell’obbligatorietà per l’utenza domestica del loro conferimento distinto dal servizio di raccolta e divieto di servirsi del circuito ordinario di raccolta dell’indifferenziato; l’inadempienza all’istituzione del servizio verrà penalizzata a livello di tariffario sul conferimento dell’indifferenziato;
– adozione obbligatoria a livello comunale della raccolta separata della carta/cartone di qualità da grandi utenze, quali banche, uffici pubblici, ospedali, con circuito distinto dedicato; l’inadempienza all’istituzione del servizio verrà penalizzata a livello di tariffario sul conferimento dell’indifferenziato.
«Riguardo al primo punto – precisa Franca Leuzzi – l’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente ha emanato, nel settembre del 2003, una circolare che stabilisce le modalità di effettuazione delle verifiche e dei controlli delle amministrazioni provinciali e la comminazione delle sanzioni di legge per gli inadempienti. Riguardo al secondo punto, nella circolare è previsto l’obbligo per i comuni dell’istituzione del servizio separato per gli imballaggi primari di natura cellulosica».
«A seguito del monitoraggio della risposta del territorio a questi obblighi, previsto a fine 2005 – aggiunge Tonino Dessì – si predisporrà apposita direttiva per la disciplina delle penalizzazioni per gli inadempienti, la cui entità sarà inversamente proporzionale ai risultati raggiunti».
Per quanto concerne infine il terzo punto, alla scadenza temporale del marzo 2008 verrà emanata apposita direttiva che obbligherà i comuni all’istituzione del servizio di carta/cartone di qualità e disciplinerà anche la misura delle penalizzazioni.
Dal quadro esposto emergono elementi interessanti e motivi di riflessione, se non di preoccupazione. Innanzitutto, è chiara la frammentarietà degli interventi in Sardegna, anche se diversi comuni si stanno muovendo ed organizzando. Cagliari, ad esempio, ha avviato la raccolta degli scarti da imballaggi partendo dai maggiori produttori di questo tipo di rifiuto (grande distribuzione, uffici pubblici, alberghi e via dicendo).
In secondo luogo, manca ancora uno specifico programma operativo da parte del Conai, commisurato alle reali problematiche del territorio regionale, che associa alle difficoltà tipiche segnalate per le regioni meridionali anche la peculiarità dell’insularità. Un fatto che rende la situazione ancora più difficile quanto ad onerosità economica degli interventi di riutilizzo. «Ecco perchè la nostra regione, proprio per la sua specificità – osserva Dessì – richiede necessariamente azioni più incisive da parte del Conai, il cui compito di legge è quello di raccordarsi con la Pubblica Amministrazione per lo sviluppo di raccolte e recuperi, integrando l’azione della stessa laddove sia insufficiente».
Il significato delle parole dell’Assessore è chiaro. Se si pone mente al fatto che gli inceneritori di Cagliari e Macomer sono entrambi convenzionati col Conai, malgrado non siano state attivate la maggior parte delle convenzioni coi comuni non direttamente impegnati nella raccolta differenziata, emerge chiaramente come la presenza del Conai nel territorio regionale abbia sinora privilegiato le “situazioni semplificate”, quali appunto il recupero energetico negli inceneritori esistenti, senza una incisiva azione a favore della raccolta separata dell’imballaggio ai fini del riciclaggio.