Bimestrale di informazione economica

 
Home page
Presentazione

Arretrati e abbonamenti

E-mail

Archivio

Riviste
Argomenti
Ricerca semplice
Ricerca avanzata
News

Sommario


Editoriale
di Gabriella Lai
C'è ancora spazio per la chimica in Sardegna?
di Gherardo Gherardini
Ore decisive per le industrie di Portovesme

IL PIANO STRATEGICO DELLA CITTA' DI CAGLIARI - Sintesi del documento approvato dal Consiglio comunale il 22 settembre 2009

 

IL PIANO STRATEGICO DELLA CITTA' DI CAGLIARI - Sintesi del documento approvato dal Consiglio comunale il 22 settembre 2009

 

PRESENTAZIONE DEL PIANO

 

Dopo un lungo, laborioso, ma esaltante cammino, conclusosi con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale lo scorso 22 settembre, il Piano strategico della città di Cagliari è diventato una realtà.

Questo strumento – che è contemporaneamente di sviluppo economico, di governo del territorio e di promozione sociale, culturale e turistica – ha una caratteristica essenziale: non è un piano per la città, ma della città, realizzato attraverso un processo di ampia partecipazione di tutti gli attori locali, pubblici e privati, fino ai singoli cittadini. Insomma, un coinvolgimento ampio e qualificato di tutte le forze, le energie e le intelligenze presenti sul territorio.

Sono convinto – per almeno tre motivi – che il Piano strategico sia uno strumento per costruire nel senso più alto del termine.

Perché presuppone un’inedita e forte alleanza fra i protagonisti della vita civile e della vita istituzionale, della socialità e dell’economia, del pubblico e del privato, per realizzare un progetto condiviso di futuro. Il futuro della conoscenza, dell’estendersi delle reti di comunicazione e di informazione, dell’elevata mobilità dei fattori produttivi, della crescente competitività delle proposte imprenditoriali, della solidarietà e della partecipazione .

Perché è caratterizzato da potenzialità di crescita e di produzione di reddito, di qualità del vivere, di grandi opportunità per la città, per le sue componenti attive, per tutti i suoi cittadini.

Perché, infine, si fonda su una concezione dello sviluppo capace di integrare fra loro produzione della ricchezza, sostenibilità ambientale e promozione sociale.

Con questo strumento abbiamo avviato una nuova e decisiva fase di sviluppo per l’Area vasta cagliaritana e la Sardegna tutta.

La città capoluogo, oggi più che mai, respinge l’appellativo di “egemone” col quale, anche nel recente passato, è stata negativamente qualificata. Abbiamo invece un capoluogo che ha fatto la scelta di coinvolgere e cooperare con un gruppo di Comuni prossimi per incrementare la massa complessiva e per una più efficace distribuzione dei servizi (una sorta di “cresciamo insieme”), e che intende muoversi anche con l’ottica di offrire politiche valide per l’intera Regione.

Come è facile intuire – e lo dico senza enfasi, perché ne sono convinto – si tratta di un obiettivo ambizioso e di un progetto lungimirante.

I futuri amministratori sono attesi da tanto lavoro, per il quale non basterà la normale buona volontà, ma occorrerà una dose supplementare di disponibilità al sacrificio in questa vera e propria avventura delle idee.

Un’avventura della quale, personalmente, mi ritengo responsabile. E si tratta di una responsabilità che mi onora.

Emilio Floris

sindaco di Cagliari

 

 

 

 

LA SINTESI  DEL DOCUMENTO

 

 

1. Il Piano strategico di Cagliari

Cagliari, come molte altre importanti città italiane ed europee, ha individuato nella pianificazione strategica lo strumento per promuovere un processo di riqualificazione e di modernizzazione della città e per consentire al sistema locale cagliaritano di incidere maggiormente, con un ruolo e rango adeguato, nei processi economici, sociali e territoriali della Regione e più in generale del contesto euro-mediterraneo.

Con il processo di pianificazione strategica Cagliari ha puntato alla costruzione della visione del proprio futuro, di ciò che la città sarà, ma soprattutto di ciò che vorrà essere.

La fase di dibattito politico ha preso avvio con la presentazione del 14 luglio 2009 al Consiglio comunale da parte del Sindaco e della Giunta e si è conclusa con l’approvazione da parte del Consiglio lo scorso 22 settembre. È prevista entro l’anno la “restituzione” dei suoi contenuti alle forze attive del territorio che hanno contribuito alla stesura del primo Piano strategico della città.

 

2. Il processo di messa a punto del Piano

Con l’avvio del processo di pianificazione strategica, avvenuto nel 2007, l’Amministrazione comunale di Cagliari ha riconosciuto la necessità di rapportare ogni processo di trasformazione economico, sociale, urbana e territoriale che si vuole realizzare nell’area cagliaritana a politiche d’intervento complesse, riconducibili ad uno scenario di sviluppo della città fortemente condiviso dalla comunità degli attori locali.

L’iniziativa è stata promossa dall’Amministrazione comunale, ma alla elaborazione del Piano strategico sono state chiamate a partecipare tutte le forze economiche, sociali, culturali della città per definire, condividere ed attuare le linee fondamentali di crescita e sviluppo del territorio.

Le strutture organizzative impegnate nell’accompagnare il processo di elaborazione del piano (Comitato guida, Comitato scientifico, Ufficio del Piano) hanno ricostruito i principali dati del contesto entro cui la città opera ed hanno effettuato una rilevante fase di ascolto di tutti i principali attori locali del territorio, ottenendo molti consensi ed adesioni.

All’Ufficio del Piano è stato affidato il compito di sintetizzare i dati disponibili e di elaborare, sulla base di questi, alcuni temi emergenti che sono stati portati all’attenzione degli attori locali nel corso della Prima Conferenza strategica, svoltasi nel mese di maggio 2007. In quella sede, dopo un’attenta riflessione ed un partecipato dibattito fra gli attori locali, i temi emergenti sono stati “convertiti” in assi strategici intorno ai quali è stato elaborato il Piano strategico della Città. 

    

Gli approfondimenti per ciascun asse strategico sono stati sviluppati all’interno di specifici tavoli tematici, deputati non solo al coinvolgimento degli attori locali ma, principalmente, alla definizione dei possibili scenari di sviluppo della città con la puntualizzazione degli obiettivi raggiungibili e realizzabili (contenuti nel Report n. 2 “Contributi degli attori locali” disponibile sul sito http://www.pianostrategicocagliari.it) attraverso progetti, azioni ed interventi materiali ed immateriali (contenuti nel Report n. 3 “Progetti guida” e suo allegato “Primi interventi” disponibile sul sito del Piano).

Tutta l’attività dei vari tavoli tematici e le relative elaborazioni, una volta conclusi i lavori, sono state sistemate e portate a sintesi in un quadro unitario coerente, precisando e specificando in un documento finale le ipotesi di sviluppo del Piano strategico.

Il testo definitivo del Piano strategico, come detto in precedenza, è stato approvato dal Consiglio comunale e sarà presentato pubblicamente nel corso di una seconda conferenza strategica, prevista entro la fine del 2009.

Il Piano potrà, così, essere valutato dalle diverse istituzioni, pubbliche e private, e costituire la base per poter arrivare alla sigla del cosiddetto “Patto per lo sviluppo”, che dovrà essere sottoscritto da chi vorrà impegnarsi ad affrontare insieme comuni difficoltà e cogliere, in modo coordinato, tutte le opportunità che si potranno presentare per la città di Cagliari.

Come già evidenziato in precedenza, il processo di elaborazione del Piano strategico non è partito da zero; si ricollega, infatti, ad una serie di azioni ed interventi completati, in fase di attuazione o pianificati, da parte di questa Amministrazione comunale.

Veduta aerea della città di Cagliari e del suo entroterra. In
primo piano, l'imboccatura del porto storico
Nel corso degli ultimi anni, Cagliari è stata infatti oggetto di un grande processo di trasformazione relativamente ai principali sottoservizi, alle aree portuali, ai quartieri storici, ad importanti edifici restituiti alla città, alle nuove strutture per la cultura ed il sociale, al verde pubblico, alle periferie che stanno conoscendo un nuovo protagonismo. Un processo di trasformazione che ha portato la Città di Cagliari alla ribalta della cronaca come una delle città con il più alto tasso di investimenti in opere pubbliche a livello nazionale.

Il “leit motiv” degli interventi effettuati in questi anni è stato il riavvicinamento della città al “suo” mare. Molti infatti sono stati gli interventi pubblici sul Fronte Porto: l’abbattimento del muro del molo Ichnusa e la realizzazione del nuovo terminal croceristico rappresentano, anche simbolicamente, il nuovo rapporto che la città sta costruendo con il suo mare, grazie anche ad un proficuo rapporto di collaborazione con l’Autorità Portuale e le Autorità militari.

A quello del mare vanno, però, accostati altri tipi di interventi come il completamento dell’Asse mediano, i progetti in corso di avanzata definizione per il sottopasso nella Via Roma, il sistema di metropolitana integrata e la Zona Franca Urbana di Sant'Elia. Per quest’ultima, in via di ufficializzazione da parte della Comunità Europea sulla base del piano nazionale delle Zone Franche Urbane, da parte della Giunta e dei competenti uffici comunali è allo studio un piano che prevede un’ampia gamma di misure agevolative, oltre ad attività di comunicazione e animazione, per le imprese che intendano svilupparsi o insediarsi nella zona.

Ma Cagliari è diventata anche più attrattiva per lo sviluppo dell’imprenditorialità e consolida una peculiare vocazione per ospitare imprese del terziario avanzato e della “economia della rete”.

Veduta panoramica di Cagliari da Monte Urpinu
Veduta panoramica di Cagliari da Monte Urpinu
Fin dal 2004 Cagliari ha raggiunto un importantissimo primato nel campo nella new economy collocandosi in una posizione di vertice della classifica nazionale delle aree più innovative e facendo registrare (nel 2007) la maggiore crescita dell’indice di valutazione dell’innovazione tecnologica (fonte: Sesto Quadro regionale di valutazione dell’innovazione della Regione Lazio - 2008). Tali risultati aprono nuove e decisive opportunità e prospettive per la nostra economia e per l’occupazione dei nostri giovani

La sintesi efficace dell’impegno assunto dall’Amministrazione comunale con i cagliaritani si sostanzia nel concetto di “Cagliari capitale nel Mediterraneo”, sintesi di un obiettivo unificante che ha impegnato il Sindaco, la Giunta, il Consiglio ad operare per “trasformare” Cagliari in una moderna città internazionale, orgogliosa di essere la capitale della Sardegna, ma proiettata a conquistarsi uno spazio importante nel bacino del Mediterraneo.

Negli ultimi anni, pur non avendo ancora completato il progetto di trasformazione e ammodernamento della nostra città, Cagliari è stata riconosciuta fra le città più attrattive in Italia ed ai vertici delle città meridionali.

I settori dell’alta tecnologia, del design, della creatività, sono oggi, infatti, i settori del terziario a più alto valore aggiunto per i quali non è più di ostacolo il fattore della distanza e della loro localizzazione geografica e Cagliari ha tutte le carte in regola per offrire, e sta offrendo, a questi settori che generano sviluppo e occupazione, alcune condizioni fondamentali: qualità della vita, più accessibilità, più servizi collettivi, tolleranza e ospitalità, reti di interconnessione con il resto del mondo, disponibilità di localizzazioni di prestigio. In questa logica, e in considerazione del fatto che l’attuale congiuntura economica sta imponendo la ricerca dell’efficienza interna dei principali fattori produttivi come condizione di sopravvivenza, potrebbero essere previste opportune incentivazioni all’insediamento ed agli investimenti sul territorio da parte delle imprese.

Non vanno dimenticati, a fianco di quelli citati, anche altri interventi avviati e sviluppati ad opera di importanti attori pubblici e privati. Gli uni e gli altri, per la loro portata strategica, hanno rappresentato il punto di partenza, in fase di avvio, del processo per l’elaborazione del Piano e ne rappresentano la struttura portante per la successiva fondamentale fase di implementazione attuativa.

Per migliorare le potenzialità e le prospettive della città, tuttavia, è stato proprio il processo di elaborazione del Piano strategico a far emergere nuovi obiettivi, nuove priorità ed importanti interventi per lo sviluppo del territorio, assumendo come propri riferimenti gli indirizzi comunitari in materia di sviluppo locale e di politiche urbane, il Quadro strategico nazionale della programmazione comunitaria, il documento strategico regionale ed i collegati programmi operativi riguardanti i fondi strutturali europei.

Una locomotiva della nuova metropolitana leggera di Cagliariche congiungerà il centro urbano con l'hinterland
Locomotiva della nuova metropolitana leggera di Cagliari
che congiungerà il centro urbano con l'hinterland
A differenza del riferimento temporale del prossimo ciclo della programmazione europea (2007-2013), le strategie inserite nel Piano poggiano su un arco temporale più ampio (di medio-lungo termine) ed è quindi ragionevole che il lasso di tempo cui riferirsi per poter rendere operative e completare le azioni individuate sia stato fissato dal 2007 almeno fino al 2020. Naturalmente, ciò non significa che non si debba tenere conto di tendenze di trasformazione di più lungo periodo, per quanto individuabili, e neppure che si debba aspettare il 2020 per dare esecuzione alle scelte del Piano. Al contrario, il Piano ha l’obiettivo di individuare gli interventi principali e prioritari, le azioni necessarie ad attuarli, gli attori che dovranno necessariamente essere coinvolti, il modo per reperire le risorse finanziarie necessarie e le rispettive fasi di attuazione indicando le modalità di monitoraggio, nel corso del tempo, della realizzazione delle scelte effettuate.

Fin dalla sua impostazione metodologica, l’ambito territoriale di riferimento del Piano è stato quello dell’Area vasta cagliaritana: una società ed una economia con una propria storia e comuni prospettive che non possono restare racchiuse entro i confini amministrativi del solo Comune di Cagliari e che coinvolgono dunque più Amministrazioni comunali. L’Area di Cagliari è infatti un’unica area metropolitana, composta da oltre 400.000 abitanti.

A Cagliari si è chiesto di svolgere, sia a livello locale sia a livello regionale, il ruolo di città capofila per sostenere in maniera tecnica e funzionale due pilastri della strategia amministrativa del futuro, la Governance e lo sviluppo dell’Area vasta.

Il successo dell’intero processo e la realizzazione del Piano dipenderà molto dalla ricerca e dalla condivisione delle strategie da parte di tutti gli attori pubblici e privati dell’Area vasta di Cagliari. È in questa logica che, per rafforzare il suo ruolo di importante strumento di governance del territorio durante la sua fase attuativa, il Piano strategico comunale dovrà avviare modalità di confronto ed approfondimento permanenti sui temi strategici dell’Area vasta con i diversi stakeholders del territorio (in aggiunta e ad integrazione del Forum degli Enti locali dell’Area vasta cagliaritana di recente costituzione).

 

 

3. I contenuti del Piano

 

3.1. Articolazione

Come evidenziato in precedenza, la ricognizione territoriale secondo le molteplici “viste” considerate (socio-demografica e strategico-programmatoria e gli interventi effettuati, avviati e programmati che contrassegnano le trasformazioni in atto da parte dell’Amministrazione comunale di Cagliari), l’ascolto degli attori del territorio e l’attento processo interpretativo effettuato in seno al Comitato scientifico ed all’Ufficio del Piano, sono stati forieri di spunti strategici che, tradotti in assi strategici, sono stati poi sviluppati nell’ambito dei tavoli tematici.

I contributi pervenuti dagli attori locali e le proposte di intervento dagli stessi formulate, al termine dei lavori dei tavoli tematici sono stati oggetto di una nuova fase di elaborazione, finalizzata a completare il percorso logico obiettivi-strategie-interventi condiviso durante le riunioni in plenaria dei tavoli tematici.

Il processo di elaborazione è proseguito, allargando successivamente tale quadro di coerenza a sei progetti guida, “macro-contenitori” di possibili azioni ed interventi progettuali.

Il termine contenitore, in realtà, non esaurisce il significato e le valenze dei progetti guida. Essi, infatti, non si limitano a raccogliere in maniera ordinata progetti omogenei per ambito tematico di riferimento, ma riflettono uno sforzo aggiuntivo, quello, cioè, di prefigurare il risultato che può scaturire dall’integrazione di più interventi. Il progetto guida non è, quindi, la pura somma di interventi, ma la rappresentazione del valore aggiunto che ciascun intervento assume, se inquadrato in una prospettiva di più ampio respiro e di interrelazione (sia con gli altri interventi dello stesso progetto guida sia con quelli degli altri progetti guida).

Per semplificare tali articolate interrelazioni si è proceduto alla strutturazione di ciascun progetto guida in 20 specifici ambiti progettuali. Questa articolazione consente (e consentirà successivamente, nelle fasi attuative del piano) una più agevole riconduzione delle azioni e degli interventi rispetto alla strategia del Piano ed una conseguente chiara attribuzione di “senso” anche al più piccolo dei micro-interventi proposti dagli attori locali.

Gli ambiti progettuali permetteranno, in prospettiva, anche una più chiara valutazione delle ricadute positive sul territorio di tutte le azioni proposte dal Piano strategico.

I progetti guida ed i rispettivi ambiti progettuali sono strutturati in piena coerenza con i punti di forza e di debolezza del sistema di Area vasta, con le principali trasformazioni in atto nel territorio cagliaritano – principalmente quelle avviate e programmate dall’Amministrazione comunale – e, in particolare, con gli indirizzi strategici della programmazione regionale. È in quest’ottica che i contributi progettuali e gli interventi proposti, siano essi provenienti da idee, programmi o trasformazioni in atto di provenienza pubblica o privata, vanno rivisitati alla luce dei cambiamenti che, in particolare nell’ambito della programmazione regionale, si sono di recente verificati.

A titolo esemplificativo, citiamo il tunnel della via Roma e la metropolitana di profondità che hanno di recente avuto importanti segnali di conferma e rilancio durante i lavori del tavolo Stato-Regione Sardegna.

 

3.2 I Progetti Guida

Come detto in precedenza la struttura del Piano strategico è organizzata in 6 Progetti guida e 20 Ambiti progettuali delle cui sfide obiettivo qui di seguito presentiamo una sintesi.

 

PROGETTO GUIDA 1 “CITTADINI DELLA GRANDE CAGLIARI”

A questo progetto si riconducono i quattro temi chiave dell’Area vasta emersi nel corso del processo di pianificazione strategica intercomunale: la residenzialità, la mobilità, il sistema dei servizi, la rete ambientale.
Il tema della governance rappresenta il riferimento unificante della prospettiva di Area vasta che dovrà consentire di delineare le possibili soluzioni istituzionali per il governo del territorio sia in senso orizzontale (fra i Comuni che la compongono), sia in senso verticale (multilivello) rispetto ai rapporti con enti provinciale, regionale e sovra-regionali.

La sfida strategica a cui il progetto è mirato è ripensare Cagliari come una città policentrica a rete, amministrata in modo unitario ed integrato da un nuovo governo metropolitano, consapevole del ruolo centrale dell’Area vasta cagliaritana per lo sviluppo dell’intera Sardegna e per la sfida competitiva globale.

PROGETTO GUIDA 2 “MARE NOSTRUM”

La sfida strategica a cui il progetto è mirato è costruire la nuova immagine della città capitale come città di mare e di ambiente, luogo ideale per vivere e lavorare, meta internazionale ambita e ricercata da visitatori e turisti.

 

PROGETTO GUIDA 3 “CITTÀ DELLA CONOSCENZA

E DELL’INTERCULTURALITÀ”

La sfida strategica a cui il progetto è mirato è alimentare lo sviluppo economico del territorio puntando sulla società della conoscenza per un reale radicamento delle interazioni circolari fra i fattori della identità locale, della istruzione/formazione, della innovazione, della partecipazione e della sussidiarietà.

PROGETTO GUIDA 4 “CAGLIARI CITTÀ DI PARCHI NATURALI, DI STORIA E DI CULTURA”

La sfida strategica a cui il progetto è mirato è promuovere un’immagine distintiva della città facendo leva sulla unicità e sulla qualità del proprio patrimonio storico-culturale e paesaggistico da valorizzare come un unico sistema integrato dell’offerta territoriale per rafforzarne l’attrattività e l’apertura internazionale anche al fine di lanciare la candidatura di Cagliari a “Capitale europea della cultura” nel 2019.


In questa ottica l’offerta culturale della città andrà arricchita con una rivisitazione del suo sistema museale individuando nuovi contenuti e nuovi spazi, prendendo anche in considerazione eventuali trasferimenti di cespiti provenienti dal Demanio militare e ampliando l’attuale Cittadella dei musei.

Si potrebbe, ad esempio, prevedere in chiave turistico culturale una riproposizione dell’intero ciclo storico e culturale della Città e della Regione (attualmente non rappresentato nei musei cittadini).

 

PROGETTO GUIDA 5 “CAGLIARI CITTÀ DELLO SPORT,

DEL BENESSERE E DELL’INTRATTENIMENTO”

La sfida strategica a cui il progetto è mirato è connotare la nuova immagine distintiva della città come area urbana di qualità, fortemente integrata nel suo ambiente naturale, luogo ideale per la pratica sportiva, per l’intrattenimento e lo svago, il benessere e la salute della mente e del corpo.

PROGETTO GUIDA 6 “CAGLIARI CITTA’ CREATIVA,

INCLUSIVA E TOLLERANTE

La sfida strategica a cui il progetto è mirato è far diventare Cagliari una città creativa, inclusiva e tollerante, luogo ideale per la formazione e l’attrazione di talenti e competenze, aperta alla diffusione di atteggiamenti positivi verso l’innovazione e l’imprenditorialità quali tratti irrinunciabili del proprio capitale sociale e relazionale.

4. Verso l’attuazione

Le linee d’azione ed i progetti contenuti nel primo Piano strategico comunale sono l’espressione del complesso ed articolato insieme della progettualità territoriale in parte da avviare, e in parte già avviata.

Per la sua stessa natura il Piano va però considerato come un documento “aperto” suscettibile ad integrazioni e miglioramenti successivi e, se ritenuto indispensabile, emendamenti provenienti dalla Giunta, dal Consiglio e dalle forze attive della città.

Completato l’iter istituzionale di approvazione del Piano, si apre pertanto una fase durante la quale gli attori istituzionali coinvolti, ed in particolare la Giunta ed il Consiglio comunale, saranno impegnati, ognuno per il suo ambito di responsabilità, nel tradurre in operatività e realizzazione quanto disegnato sulla carta dagli attori del territorio che hanno avuto una parte attiva nel processo di pianificazione.

Particolare evidenza avrà, nella fase attuativa del Piano, il ruolo della Giunta che dovrà innanzitutto stabilire le priorità più consone a rappresentare le scelte politiche del mandato amministrativo in corso.

La Giunta avrà come riferimento costante il Consiglio comunale che, a sua volta, eserciterà un ruolo fondamentale di indirizzo ed orientamento politico anche avvalendosi, per approfondimenti più circostanziati, delle commissioni consiliari competenti in materia.

Per gli adempimenti previsti dal ruolo di mandato, la Giunta si avvarrà degli strumenti organizzativi che l’Amministrazione comunale ha allo studio per accompagnare l’attuazione del Piano, ed in particolare:

¢ Un Comitato promotore per Cagliari coordinato dall’Amministrazione comunale con la partecipazione di membri della Giunta e del Consiglio comunale, finalizzato a promuovere, ed eventualmente a monitorare, le azioni individuate con il Piano a cui parteciperebbero gli stakeholders pubblici e privati sottoscrittori di un “Patto per Cagliari”.

¢ Una struttura organizzativa di natura tecnico amministrativa interna all’Amministrazione comunale, coordinata dal Direttore Generale del Comune, i cui compiti saranno quelli di definire la fattibilità tecnica ed economica delle azioni previste dal Piano, approfondirne la fattibilità amministrativa, valutarne il livello di coerenza rispetto alla programmazione comunale e sovra-comunale ed agli indirizzi comunitari.

La struttura dovrà essere in grado di definire, sulla base degli indirizzi politici, espressi dalla Giunta comunale e dal Consiglio comunale, la priorità attuativa degli interventi che l’Amministrazione comunale si candida a realizzare come soggetto attuatore e dovrà svolgere un ruolo attivo di riferimento costante e preferenziale per gli altri enti pubblici coinvolti e per gli strumenti organizzativi in vigore a livello inter-comunale (in particolare il Forum dei sindaci).

¢ Una struttura organizzativa, con specifica valenza di natura promozionale, coordinata dal sindaco e dagli assessori competenti per materia, la cui finalità è quella di valorizzare, a livello globale, la nuova immagine della città ed i successivi avanzamenti del processo di trasformazione della stessa, nella direzione e con gli obiettivi strategici che lo stesso Piano ha disegnato. L’esigenza di sviluppare una struttura di questo tipo nasce dalla considerazione che le specificità e le valenze di attrattività della città, e del più ampio territorio cagliaritano, necessitino di uno sforzo organizzativo finalizzato alla creazione di un sempre più articolato sistema integrato dell’offerta spendibile sui mercati nazionali ed internazionali.