27/05/2003 – S'inaugura a Sassari il 31 maggio, nel Museo d'Arte Contemporanea Masedu, la mostra "Antonio Marras: Il racconto della forma", promossa da Fondazione Banco di Sardegna, Banco di Sardegna spa, Provincia e Camera di Commercio di Sassari. Al crocevia tra moda e arte, saperi tradizionali e progettualità contemporanea – si legge in una nota di presentazione del Banco di Sardegna –, Antonio Marras è un caso unico nella fashion italiana: si è affermato senza grossi investimenti e campagne pubblicitarie alle spalle; ha scelto di lavorare nella città natale, Alghero; porta avanti un'idea di moda eccentrica e immaginosa. Attraverso vestiti, installazioni, video, foto e disegni, la Mostra, ripercorre le tappe principali del percorso di Marras, che porta con sé il bagaglio di una appartenenza, italiana e sarda, e un'eredità di attaccamento alle radici. Elementi chiave sono il racconto, l'ornamento e il recupero della manualità artigiana. Ogni collezione è una storia incentrata su personaggi e vicende della Sardegna. Una moda così prodiga di dettagli, di una tale ricchezza decorativa, richiede tecniche di esecuzione che forzano i limiti del prêt-à-porter. Marras fa appello alle artigiane di Ittiri, depositarie della tradizione sarda del ricamo, ritrova procedimenti come quello della plissettatura, rivitalizza antichi saperi che la produzione in serie minaccia di cancellare. La sezione Laboratorio della Mostra è dedicata a questo rapporto con la tradizione artigiana. La mostra resterà aperta al pubblico sino al 31 agosto. Ad integrazione della Mostra di Sassari, il 1° giugno ad Alghero (locali ex Tris Blu, ore 20,30) verrà presentato, per iniziativa del Comune di Alghero, Llencols de aigua, un lavoro realizzato in collaborazione da Antonio Marras e Maria Lai. Maria Lai ha da sempre esercitato una forte suggestione su Marras, che le ha dedicato la prima sfilata e ha fatto di uno dei suoi libri cuciti, Il dio distratto, il punto di partenza di una collezione di prêt-à-porter. Entrambi lavorano su temi come la narrazione, il femminile, la manualità artigiana. Da questa sintonia di idee è nato un percorso lungo un tunnel di stoffe: il dialogo tra i due artisti sardi, si sviluppa attraverso i mezzi da loro condivisi: disegno, tessuto, ricamo.
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