Bimestrale di informazione economica

 
Home page
Presentazione

Arretrati e abbonamenti

E-mail

Archivio

Riviste
Argomenti
Ricerca semplice
Ricerca avanzata
News

 

15/7/2009 – Chiusura dell’impianto cracking a Porto Torres: Cappellacci, effetti devastanti per la Sardegna

 

Con l’intervento del Presidente della Regione Ugo Cappellacci si è conclusa l’Assemblea straordinaria sulla crisi economica, convocata oggi, in Consiglio regionale dalla presidente dell’Assemblea Claudia Lombardo e dal presidente della Regione.
«Sento il dovere di assicurare a questa Assemblea – ha detto Cappellacci nel corso del suo intervento – che impegnerò tutte le mie energie nello sforzo di rappresentare degnamente, a partire dal tavolo istituzionale del 17 luglio, l’unità del Popolo Sardo. Con questo non intendo declinare in alcun modo nessuna delle responsabilità politico istituzionali che appartengono al Presidente della Regione, né tantomeno intendo appropriarmi di meriti che invece vanno ascritti all’unità morale e politica dei sardi. Mi è ben chiaro, e penso sia chiaro a tutti, che oggi noi non stiamo decidendo delle fortune di una parte politica a discapito di altra, ma del futuro di un popolo, del futuro del nostro popolo». 
Per quanto riguarda in particolare la decisione dell’Eni di fermare l’impianto cracking di Porto Torres, il Presidente della Regione ha sottolineato come non si possa accettare «che sia un’ impresa con forte partecipazione statale a dare il colpo di grazia alla chimica ed all’intero apparato industriale della Sardegna».
«La Sardegna – ha aggiunto Cappellacci – non può subire un’aggressione economica di tale portata. L’Eni non è un azienda in perdita e, peraltro, si è lungamente giovata delle risorse umane e materiali dei sardi. Non solo, ma ha ripetutamente sottoscritto insieme allo stato documenti molto impegnativi a sostegno della chimica sarda; documenti, dunque, in netto contrasto con il preannunziato arresto del cracking di Portotorres».
«Sento qui il dovere  – ha affermato il Presidente della Regione, a conclusione del suo intervento – di dire al governo, ma anche all’Eni e agli stessi vertici nazionali dei sindacati e della Confindustria che una simile decisione oltre ad avere effetti devastanti sull’economia regionale produrrebbe tensioni e lacerazioni sociali a grave rischio anche per la sicurezza e l’ordine pubblico».