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29/12/2004 – Soru ai minatori di Silius: la Regione non ha risorse per investimenti che non diano prospettive al territorio

 

Lunga riunione a Silius fra il Presidente della Regione Renato Soru, l’assessore all’Industria Concetta Rau, i dirigenti della miniera, i sindacati territoriali di categoria e le rappresentanze interne di Cgil, Cisl e Uil. Cinque ore di confronto in una saletta della direzione, durante le quali il Presidente – si legge in un comunicato della Regione –   ha posto agli interlocutori decine di domande sul piano industriale, presentato di recente all’assessorato regionale e che prevede il pareggio di bilancio alla fine di quattro anni di attività estrattiva, di fronte a 25 milioni di euro di investimento completamente a carico della Regione.
«Una scommessa che chiediamo a lei di fare con noi», ha detto il Segretario territoriale dei chimici Cgil. Il sindacato propone che al terzo anno si faccia la verifica sull’andamento del piano industriale, per abbandonare definitivamente la miniera se non si saranno aperte prospettive per un’attività cominciata nel 1954, passata alla mano pubblica e che è costata “ingenti risorse” a detta dello stesso sindacato. Risorse valutate nel corso della riunione in 120 milioni di euro in 12 anni. «Non ce lo possiamo più permettere – ha detto Renato Soru –. Non ce lo possiamo permettere perché non ci sono soldi. La Regione ha un debito che si è moltiplicato per 12 in cinque anni, abbiamo trovato 70 milioni di euro in cassa di fronte a 100 milioni di mandati di pagamento già emessi».
«Ogni anno – ha spiegato Soru –  250 milioni di euro sono da mettere da parte per pagare i mutui contratti. È come una macchina che corre verso un baratro, e che non ha tempo per rallentare, deve frenare bruscamente, deve “inchiodare”. “Inchiodando” ci si fa anche un po’ di male, ma non si precipita nel baratro».
Sull’investimento necessario per tenere aperta la miniera di Silius, il Presidente della Regione ha detto: «I soldi che decidiamo di spendere qui dobbiamo prenderli altrove, toglierli a questo territorio per altre prospettive, o ad altri investimenti della Regione. Non sono soldi miei, sono soldi dei sardi. Se noi facciamo la scommessa a Silius, questa scommessa la fanno i sardi. E non aspetteranno tre anni per vedere se si perderanno in fondo al pozzo altri 25 milioni di euro. Monitoriamo tutto quotidianamente, monitorate voi stessi. Che gli operai si presentino a lavorare, che tutto funzioni da subito come un orologio. Se non ci sono queste condizioni, inutile tentare questa scommessa».
Ai tre rappresentanti sindacali territoriali, Renato Soru e Concetta Rau hanno ricordato che nessun nuovo gruppo anche straniero si è detto interessato all’estrazione mineraria a Silius, «nemmeno in cambio di 10 milioni di euro, anzi di 15 milioni».
«Sono dati che devono fare riflettere», ha aggiunto l’Assessore all’Industria, che era accompagnata da alcuni dirigenti dell’assessorato, con i quali nel corso dell’incontro sono stati affrontati diversi punti considerati deboli del piano industriale, relativi, in particolare, al tenore e al prezzo della fluorite sui mercati internazionali, alla loro possibile oscillazione, al calcolo delle conseguenze. Ha detto il Presidente: «Siamo davanti a un piano industriale rischioso. Certo, anche davanti a un territorio privo di possibilità occupative, dove non ci sono molte attività produttive, dove non si può mandare a casa nessun occupato. Ma io mi devo chiedere, e voi provate a chiedervi cosa fareste di 25 milioni di euro, se li investireste in un’attività che ha già consumato 120 milioni di euro in 12 anni, o in un’altra scommessa, magari più ricca di prospettive».
«Capisco l’attaccamento alla miniera – ha detto, infine, Soru  ai minatori presenti –, capisco però di più l’attaccamento a un posto di lavoro sicuro. Ma mi sentirei meglio se io, da presidente della Regione, potessi offrire alle giovani generazioni una prospettiva di lavoro che non sia nel sottosuolo, a quattrocento metri di profondità».
L’incontro si è concluso con l’impegno del Presidente e dell’Assessore a dare una risposta in tempi abbastanza rapidi, «dopo avere avuto l’assenso dell’Unione Europea –  ha precisato Concetta Rau – a procedere nell’investimento. È una somma già elevata quella necessaria il primo anno – dieci milioni di euro – perché la si spenda senza avere valutato tutto».