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05/10/04 – Api sarda: forti preoccupazioni per il comparto estrattivo

 

Sessanta imprese del comparto estrattivo, per un totale di circa mille addetti, si sono riunite questa mattina a Cagliari, presso la sede dell’Api sarda, per esprimere le loro forti preoccupazioni per i possibili scenari che si prospettano alla luce dell’evoluzione della normativa di settore che, con la legge regionale 15/2002, articolo 8, ha notevolmente complicato le procedure che regolano le attività estrattive.
«L’industria estrattiva rappresenta per la Sardegna una occasione di sviluppo economico – ha sostenuto Diego Casu, presidente dell’Api sarda – e occorre che la Regione e gli Enti locali guardino con maggiore attenzione e interesse alle 1.200 imprese che vi operano con 8.500 addetti».
«In sostanza – ha aggiunto Casu – siamo convinti che il comparto possa garantire una fase espansiva grazie alla attivazione di filiere produttive che valorizzino le materie prime e nel pieno rispetto dei vincoli ambientali. Per questo servono un quadro normativo chiaro e un assetto amministrativo di livello regionale che, pur nel rispetto delle volontà dei Comuni circa le scelte di sviluppo locale, consentano alle attività estrattive di attuare i loro piani di sviluppo di medio-lungo termine».
L’assemblea degli imprenditori del settore ha espresso la necessità di un confronto con la Giunta regionale sugli interventi da adottare, con particolare riferimento ai permessi di ricerca e all’adeguamento dei progetti autorizzati da lungo tempo e oggi in regime di prosecuzione. Il rischio, secondo l’Api sarda,  è che le imprese non possano effettuare nuove ricerche e blocchino i nuovi investimenti.