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“Quote rosa” per le europee: disappunto delle consigliere regionali del Centrodestra

 

2/4/2004 – Il via libera del Senato sulle “quote rosa” per le elezioni europee non è stato accolto con favore dalle consigliere regionali del centrodestra. Per Claudia Lombardo, consigliere regionale di Forza Italia e questore dell’Assemblea, l’articolo 3 del disegno di legge sulla riforma della legge elettorale per le europee, approvato ieri dal Senato, è una presa in giro. «Vogliamo delle vere regole per raggiungere quella che noi consideriamo una battaglia per la democrazia. Noi non vogliamo vantaggi rispetto agli uomini, ma vogliamo essere messe nelle stesse condizioni di partecipare alle competizioni elettorali. Non siamo d’accordo per una politica delle quote ma auspichiamo una legislazione paritaria». Per Claudia Lombardo, inoltre, è assurdo che nella norma, nel caso in cui i partiti non candidino almeno un terzo di donne, siano previste solo delle sanzioni e non la ricusazione della lista. Dello stesso parere anche Mariella Pilo, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione consiliare “Politiche comunitarie”. «La sanzione prevista nella norma per chi non candida le donne è un esperimento già fallito, in passato, anche in altri paesi europei. In Francia, nel 2000, una legge nazionale introdusse delle sanzioni finanziarie per quei partiti che, nelle liste dei candidati avessero uno scarto, fra i due sessi, superiore al 2%. I partiti più importanti hanno preferito pagare una multa e candidare uomini.  Fortunatamente ora le cose, sia in Francia che in Spagna stanno cambiando, ma, sembra che il vento delle riforme non soffi anche in Italia, e soprattutto sulla Sardegna,  dove la politica resta ancora in  mani maschili».

È, invece, irritata Noemi Sanna, consigliere regionale di An che definisce la norma “medievale”. «L’articolo 3 approvato ieri dal Senato non è certo una legge evoluta. Tra l’altro, la premialità prevista per i partiti che candidano le donne, esiste già, ma è stata  totalmente disattesa dai partiti».