- La drammatica situazione dei poli industriali della chimica in Sardegna, nei siti di Assemini, Sarroch, Ottana e Porto Torres, e della metallurgia non ferrosa, nell’area industriale di Portovesme, sono gli argomenti di scottante attualità dei quali si occupa ancora una volta in questi ultimi anni la rivista “Sardegna industriale”. Negli ampi servizi destinati a questi due settori strategici per l’economia dell’isola, abbiamo sentito, via via, i pareri delle aziende, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle varie istituzioni, a livello locale, regionale e centrale, nell’intento di proporre ai lettori, partendo dagli avvenimenti degli ultimi mesi, un quadro quanto più completo della situazione dei vari comparti, delle cause che hanno provocato la contrazione e, in alcuni casi, la fine dell’attività produttiva degli impianti, e dei possibili rimedi per una eventuale ripresa del settore. Continua...
di Gabriella Lai - La spada di Damocle della chiusura incombe da tempo sugli stabilimenti dell’industria chimica localizzati nei quattro siti industriali di Assemini, Sarroch, Ottana e Porto Torres. Nell’isola, quello della chimica è un sistema integrato, dove ciascuna unità produttiva è funzionale all’altra: ogni volta che ne viene meno una si corre il rischio di un catastrofico effetto domino. In poco meno di dieci anni l’occupazione diretta è diminuita di oltre un terzo, passando da 3.200 a poco più di 2 mila unità lavorative. Ma oggi in pericolo sono anche i 900 posti di lavoro degli operai delle ditte appaltatrici. Continua...
di Gherardo Gherardini - Ampliamento del porto industriale, potenziamento della rete stradale e ferroviaria, diversificazione in loco delle produzioni che escono dalle fabbriche, avvio delle opere di bonifica ambientale. Sono alcune delle soluzioni per favorire una ripresa del polo di Portovesme. Ma è soprattutto il costo dell’energia a condizionare in misura determinante la stessa sopravvivenza delle imprese energivore del comparto della metallurgia non ferrosa del Sulcis Iglesiente, costrette a pagare un megawattora un prezzo quasi doppio rispetto a quello pagato in qualsiasi altra regione italiana. Continua...
- Dopo un lungo, laborioso, ma esaltante cammino, conclusosi con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale lo scorso 22 settembre, il Piano strategico della città di Cagliari è diventato una realtà. Questo strumento, che è contemporaneamente di sviluppo economico, di governo del territorio e di promozione sociale, culturale e turistica, ha una caratteristica essenziale: non è un piano per la città, ma della città, realizzato attraverso un processo di ampia partecipazione di tutti gli attori locali, pubblici e privati, fino ai singoli cittadini. Insomma, un coinvolgimento ampio e qualificato di tutte le forze, le energie e le intelligenze presenti sul territorio.
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