«Le associazioni di categoria operano sempre più nel settore della consulenza del lavoro, fiscale ed amministrativa alle imprese. Servizi demandati il più delle volte a personale non qualificato, causando danni sia agli imprenditori, spesso sanzionati per inadempienze di altri, che ai professionisti, consulenti del lavoro e commercialisti che operano sul mercato. Così si svilisce la natura di questi organismi, nati per difendere gli interessi delle categorie produttive, e dare corpo e voce alle legittime istanze dei propri associati presso le istituzioni, gli enti pubblici e le altre parti sociali». È la denuncia di Stefano Ruvolo, presidente della Confimprenditori, articolata in un documento inviato nei giorni scorsi al governo, per chiedere la riformulazione dell’articolo 1 della legge 12 del 1979, relativa all’ordinamento della professione di consulente del lavoro, nella parte in cui si consente alle imprese considerate artigiane, nonchè alle altre piccole imprese, anche in forma cooperativa, di potere affidare alle associazioni di categoria l’esecuzione degli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori dipendenti.
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