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di Paola Ferri
Una finanziaria per il rilancio dell'isola
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Una finanziaria per il rilancio dell'isola
di Paola Ferri

 

Sardegna industriale n. 5-6 2014 - 31 Dicembre 2014

 

Una finanziaria
per il rilancio dell'isola

Per l'esecutivo regionale con la Finanziaria 2015 si mettono in gioco risorse ingenti per rilanciare lo sviluppo in una logica di bilancio rigoroso. L'obiettivo quello di attuare una seria politica di bilancio coniugando il rigore nella riduzione degli sprechi e lo sviluppo attraverso il pieno utilizzo degli ingenti fondi europei, e un piano regionale di investimenti in infrastrutture

Sono la fuoriuscita dal Patto di stabilità (cioè la possibilità di spendere senza alcun vincolo tutto quello che la Sardegna incassa, circa 800 milioni in più rispetto al 2014) e la programmazione integrata dei fondi europei (con quelli nazionali e regionali) le due novità della manovra finanziaria 2015 da 7 miliardi e 783 milioni di euro approvata dalla Giunta regionale. Lo si legge in un comunicato della Presidenza della Giunta regionale che parla di «un vero e proprio "Patto sociale per il rilancio della Sardegna": una manovra che, nonostante la situazione di profonda crisi economica e sociale, la riduzione del Pil, l'aumento del numero di disoccupati e la riduzione delle entrate della Regione, mette in campo risorse importanti e tutte immediatamente spendibili e mira allo sviluppo, non aumenta l'aliquota Irpef e non introduce il ticket sanitario, rendendo permanente il taglio dell'Irap per le imprese, azzerandola alle nuove per i primi 5 anni di attività e dichiarando guerra aperta agli sprechi».

«La manovra finanziaria 2015 mette in gioco risorse ingenti per rilanciare lo sviluppo ma in una logica di bilancio rigoroso – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru –. Vogliamo attuare una seria politica di bilancio coniugando il rigore nella riduzione degli sprechi e lo sviluppo attraverso il pieno utilizzo degli ingenti fondi europei, e un piano regionale di investimenti in infrastrutture. Ci sono troppi soldi non spesi negli anni scorsi, con un danno enorme per la Sardegna».

«È il momento di invertire la tendenza – aggiunge Pigliaru – spendendo prima, e bene, i fondi Ue e poi quelli regionali. E poi, l'altra grande novità: basta con gli assurdi vincoli del patto di stabilità, d'ora in poi spendiamo tutto quello che entra nelle nostre casse per dare risposte certe a territori, istituzioni, categorie sociali. La crescita, poi – prosegue il Presidente –, passa anche da riforme a costo zero che non entrano in finanziaria ma fanno pienamente parte delle politiche di sviluppo della coalizione di governo. Stiamo parlando di riorganizzazione e riforma della Regione, legge urbanistica, semplificazione, attrazione degli investimenti dall'estero, valorizzazione del patrimonio. Tutti obiettivi – conclude il capo dell’esecutivo regionale – che devono portare la Sardegna a una svolta decisiva per il suo futuro».

 

Le entrate previste - Ci sono 6 miliardi e 589 milioni di fondi regionali fra entrate tributarie, extra tributarie, alienazioni e mutui, 145 milioni di trasferimenti correnti, 850 di trasferimenti in conto capitale. 197 milioni arrivano dalla programmazione dei fondi Por 2014-2020 (di cui 127 FESR e 70 FSE), a cui si aggiunge un milione di altri trasferimenti Ue. «La spesa delle risorse del ciclo 2007-2013 è in forte ritardo, ed è inaccettabile rischiare di perdere 600 milioni in un momento come questo 2 – sottolinea il vicepresidente della Regione e assessore del Bilancio, Raffaele Paci –. Perciò per invertire la tendenza, abbiamo iscritto nel bilancio 2015 le annualità 2014-2015 dei fondi Fesr e Fse, a cui si somma la quota del 2015 del fondo Feasr. In totale 520 milioni di cui 440 di fonte comunitaria e nazionale e 80 di cofinanziamento regionale, da usare immediatamente».   

 

Il Piano regionale infrastrutture - Avrà un valore di 600 milioni di euro, verrà realizzato a partire dal 2015 nell'arco di 8 anni e sarà finanziato con un mutuo. Il Piano finanzierà interventi su: edilizia scolastica, sistema viario, infrastrutture portuali, sistema idrico integrato (potabile, fognario-depurativo), settore idrico multi settoriale, opere di mitigazione del rischio idrogeologico (se non finanziate da risorse nazionali). "Oltre a colmare in parte il gap che grava sulla Sardegna, il Piano infrastrutture servirà ad aprire decine di cantieri, creare nuova occupazione e concorrere quindi al rilancio dell'economia locale", assicura l'assessore Paci

Irap - La Giunta stabilizza a tempo indeterminato il taglio dell'Irap (che era al 70% ma solo per tre anni fino al 2015) portandolo a una quota fissa del 25% che si somma al taglio voluto dal governo nazionale con la legge di stabilità, la azzera per i primi 5 anni di attività delle nuove imprese e continua a garantire l'aliquota più bassa d'Italia (2,93%), mantenendo allo stesso tempo l'Irpef alla soglia minima prevista (1,23%) e non introducendo i ticket sanitari. «Stiamo difendendo in tutti i modi lo stato sociale e non alziamo le tasse – sottolinea Paci –. Ridurre il taglio dell'Irap era necessario per poter rendere il provvedimento permanente e sostenibile, a tutela delle imprese che avranno così certezza anche per il futuro». 

 

Meno partecipate e contenimento delle spese - La spesa per il personale e il funzionamento della Regione, degli enti e delle partecipate regionali è stata ridotta del 4,4%, passando da 813 milioni del 2014 a 777 del 2015. Particolare attenzione è stata posta alla revisione della spesa nella sanità, che assorbe circa la metà delle risorse regionali, il cui target è stato fissato nel valore dl fabbisogno Cipe (2886 milioni), più 57 milioni di extra Lea: saranno riorganizzate Asl e rete ospedaliera e razionalizzate le spese farmaceutiche anche per liberare risorse per altre politiche di sviluppo. 

 

I capitoli di spesa - Le spese obbligatorie della Regione (da quelle istituzionali agli stipendi per il personale fino a continuità territoriale, fondo perenzioni e rate mutui) ammontano a 2 miliardi e 306 milioni (5 miliardi e 320 milioni con la Sanità). Per l'Istruzione la Giunta nel 2015 spenderà 211 milioni, 140 per il Lavoro, 190 per le Imprese, 284 per l'Agricoltura, 125 per Turismo, Cultura e Sport. Tre miliardi e 23 milioni per la Sanità, 244 milioni per l'Inclusione sociale, 380 per la Protezione dell'ambiente, un miliardo e 89 milioni per le Infrastrutture, 327 per la Mobilità, 88 per il Territorio, 60 per Semplificazione e Qualità istituzionale e, infine, un miliardo e 793 milioni per Istituzioni, Enti locali, Gestioni finanziarie e Spese obbligatorie. «Questa Giunta punta moltissimo sull'istruzione, perciò vogliamo migliorare la scuola sia nelle strutture sia nella didattica e ridurre una dispersione scolastica che ormai con il 24% ha raggiunto livelli inaccettabili - sottolinea l'assessore del Bilancio - Ma vogliamo anche rimettere in moto il mercato del lavoro riformando e riorganizzando i Csl, finanziando il reinserimento nel mondo del lavoro e creando nuove opportunità per i giovani con percorsi di orientamento e formazione».

La manovra punta poi moltissimo sul rilancio dell'Agricoltura – con l'aumento dei prodotti di eccellenza da proporre nel mercato nazionale e internazionale e l'azzeramento delle epidemie animali che finora hanno bloccato le esportazioni dei prodotti – e sul Turismo, con destagionalizzazione e riorganizzazione dell'accoglienza ma anche col finanziamento di un Piano straordinario di scavi archeologici, che vada oltre Mont'e Prama e riesca a legare il patrimonio archeologico sardo con Expo 2015. La Sanità: i costi crescenti non sono stati finora proporzionali al servizio offerto, dunque bisogna riorganizzare le cure primarie, la rete ospedaliera e la rete di emergenza urgenza rendendo operativa la nuova Areus. E poi l'Ambiente e i Trasporti: la Giunta Pigliaru vuole completare il sistema regionale di gestione dei rifiuti, attivare le bonifiche nei territori inquinati, proseguire con la prevenzione e la gestione dei rischi e potenziare i servizi ferroviari urbani e extraurbani, la rete Metro di Cagliari e Sassari, rendere più efficiente il trasporto pubblico locale, definendo nuovi interventi di sostegno al traffico aereo internazionale.