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1/2/2015 – Quattro nuovi soci nel Distretto aerospaziale sardo

 

Dal controllo di incendi e alluvioni anche attraverso i droni al monitoraggio della spazzatura spaziale fino all'esplorazione dello spazio, trasformando le servitù militari da freno per lo sviluppo a basi per centri di ricerca e formazione nel settore dell'Aerospazio, un vero e proprio volano per le nuove tecnologie da usare per risolvere vecchi problemi.
Oggi nel Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass) entrano 4 nuovi soci, un quinto è in arrivo, ulteriore passo per il consolidamento nelle nuove tecnologie di un settore che punta in alto. 
Grazie all'ingresso dei nuovi soci il Distretto compie, dunque, un passo in avanti verso un futuro più solido in un comparto considerato strategico nell'ambito della Smart Specialisation Strategy inserita nella programmazione regionale 2014-2020. Nello scenario nazionale il distretto sardo - forte anche per una specializzazione “green” nel rispetto dell'ambiente – ambisce a chiudere la filiera del cluster tecnologico aerospaziale fornendo le infrastrutture per le sperimentazioni (per esempio il test range dei droni), assenti negli altri cinque distretti aerospaziali italiani (Lombardia, Puglia, Lazio, Piemonte, Campania).
Le principali linee progettuali fanno capo alla protezione civile e ambientale tramite informazioni satellitari, piattaforma di test per aerei a pilotaggio remoto, esplorazione dello spazio, materiali e tecnologie per l’astronomia e l’aerospazio, sorveglianza, tracciamento e predizione delle rotte di oggetti orbitanti intorno alla Terra. Il capitale sociale di Dass passa da 50.000 a 76.122 euro dopo l'ingresso di Avio Spa, società leader nel campo della propulsione spaziale a solido, a liquido e criogenica, di Nemea Sistemi Srl, azienda impegnata nel settore dell’osservazione terrestre tramite l'utilizzo di tecnologia proprietaria Intergraph (GeoMedia & Erdas), di Nurjana Technologies, società di ingegneria dei sistemi specializzata nella concezione, sviluppo e integrazione di sistemi complessi ad alto contenuto tecnologico, e di Karalit Srl, società spin off del Crs4, che opera nel settore del software per la simulazione e modellizzazione ingegneristica. Infine il Crs4 – già presente tra i 15 soci che hanno costituito il Dass, nel 2013, nella forma di società consortile a responsabilità limitata – amplia la propria quota di partecipazione per 13.322 euro.
«La Sardegna – spiega il presidente del Distretto Giacomo Cao – può diventare il numero uno a livello europeo nel monitoraggio della spazzatura spaziale, ovvero quell'insieme di piccoli e grandi meteoriti che possono mettere a repentaglio il funzionamento dei satelliti. Non solo: puntiamo molto sui droni, e questo non significa metterci in competizione con la Puglia che li produce da anni. Noi qui abbiamo la possibilità di testarli, mentre in Puglia non ci sono le infrastrutture adatte: penso agli aeroporti di Fenosu e Tortolì e, inoltre, agli 800 metri di pista nel Salto di Quirra, spazi "segregati" adatti a testare i droni. Infine, altre due attività: l'esplorazione dello spazio e l'utilizzo di dati satellitari per il monitoraggio della situazione ambientale e la prevenzione delle sciagure».
Attualmente il Distretto non ha dipendenti propri ma, con l'insieme delle imprese che ne fanno parte, garantisce lavoro a 250 persone. «Un obiettivo – assicura Cao – che credo possa essere come minimo raddoppiato nei sette anni fra il 2014 e il 2020. Puntiamo ad un accordo di programma con la Regione per poter accedere ai fondi di coesione europei 2014-2020. Stiamo parlando di un miliardo circa per la Sardegna: una cifra importante che consentirebbe di pensare e agire molto in grande».
«È un settore importante per la Sardegna – sottolinea, dal canto suo, l'assessore regionale della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci –: l'abbiamo inserito nella nostra strategia. Se saremo in grado di attrarre altre imprese, di attrarre investimenti, di attrarre finanziamenti europei, potrà avere prospettive importanti nei prossimi anni. Finora, per esempio, le servitù militari sono state un freno allo sviluppo. Ora possono diventare un'opportunità come centri di ricerca anche per dare risposte concrete a problemi storici della Sardegna, come il controllo degli incendi attraverso un sistema satellitare. Quindi, nuove tecnologie per risolvere vecchi problemi».
«L'Isola – evidenzia il presidente del Crs4, Luigi Filippini – si presta bene a fare sperimentazione. E questo sicuramente è un vantaggio per il ruolo che può avere all'interno del settore aerospaziale. Abbiamo un radiotelescopio molto importante e grandi competenze, diversi soci privati e pubblici che incrociano le competenze sia per progetti europei di ricerca che per lo sviluppo di prodotti. Per esempio, il nuovo socio Avio ha un progetto molto interessante per i motori a propulsione per razzi. Sicuramente la Sardegna, con le sue competenze – conclude Filippini – può diventare un importante punto di riferimento nel settore aerospaziale, a livello nazionale e internazionale».