«Nell’incontro di lunedì 28 ottobre il Governo dovrà dirci finalmente e risolutivamente a che punto è la trattativa con la Klesch: se è definita in ogni suo aspetto oppure quanti e quali punti ancora restano da chiarire. Noi ovviamente speriamo e auspichiamo che sia prossima a una conclusione positiva. Il vero segnale che il cambiamento è alle porte sarebbe la notizia che lo stabilimento è già venduto, quindi la sua apertura imminente e il ciclo produttivo prossimo alla ripresa». Lo ha affermato iul segretario regionale della Cisl Fabio Enne, in relazione alla vertenza Alcoa. «Basterebbe il primo segnale – ha proseguito Enne – per rilanciare l’entusiasmo tra i lavoratori e nel territorio. Alcoa in produzione vorrebbe dire, infatti, che la filiera dell’alluminio in Sardegna e in Italia ha di nuovo prospettive di sviluppo con ricadute sul sistema delle piccole imprese che vivono all’ombra delle grandi ciminiere». «Se così non sarà – ha avvertito il segretario regionale della Cisl – , il Governo dovrà dire a sindacati, lavoratori e Regione come intende muoversi. Noi lo sappiamo: escludere completamente Alcoa da ogni trattativa e ipotesi di soluzione delle vertenza, perché è irrazionale e ingiustificabile che Alcoa – l’azienda che intende disfarsi dello stabilimento – cerchi di dettare le condizioni produttive al futuro acquirente. I comportamenti del Governo ci daranno il quadro e la misura della volontà politica dell’Italia di difendere le sue produzioni primarie. Più di una volta ci è venuto il dubbio che lo Stato non faccia tutto quanto in suo potere per difendere le sue produzioni primarie». «Andiamo a Roma lunedì con il presidente Cappellacci. Speriamo che se le cose non dovessero mettersi bene anch’egli, come farà il sindacato, proponga al Governo l’estromissione di Alcoa da ogni futura trattativa».
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