«L’aumento dell’Iva sulle prestazioni sociali dal 4 al 10 per cento significa privare i cittadini più deboli, quelli che non hanno voce, dei servizi socioassistenziali di cui hanno bisogno e causare la chiusura di tante cooperative sociali con la perdita di circa 1.400 posti di lavoro». È il commento di Francesco Sanna, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Sardegna (240 cooperative sociali, poco meno di 5mila addetti e oltre 120 milioni di euro di fatturato aggregato) all’interrogazione parlamentare presentata nei giorni scorsi al Ministro dell'Economia. «Si dà un colpo durissimo – ha spiegato Sanna – alle famiglie, alle cooperative sociali e agli enti locali, penalizzando il welfare territoriale, alla faccia di ogni forma di responsabilizzazione locale in una logica federale e sussidiaria». «Chiediamo quindi a tutti i Parlamentari sardi di maggioranza e di opposizione – ha concluso il presidente dell’organizzazione cooperativa regionale – di condurre una battaglia comune per mantenere l'Iva per i servizi socio-sanitari ed educativi resi dalle cooperative sociali al 4 per cento. Su questo punto saremo molto severi nel formulare le nostre valutazioni circa l’operato dei nostri rappresentanti».
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