«La Merkel e Monti i nuovi governatori della Sardegna al posto del presidente Cappellacci? La grande attenzione garantita dal Presidente Napolitano dove è finita? La vogliamo smettere di perdere tempo, di far finta di nulla e di farci prendere in giro?». Il presidente della commissione Bilancio e Programmazione Pietro Fois, in una dichiarazione dai toni inconsuetamente duri rilasciata in data odierna, esprime amarezza e totale disappunto sulla inconcludenza dei rapporti tra Stato e Regione. «Sembra che ormai l’amministrazione regionale non abbia nessuna voce in capitolo. Anche le dichiarazioni del presidente Napolitano – afferma il Presidente della Commissione – si sono rivelate totalmente inutili. I diversi incontri fatti a Roma dalle commissioni “tecniche” con i governi Berlusconi e Monti sono stati dei flop, la spending review si sta rivelando per noi “una review” che “spennerà” sempre di più la nostra economia».
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L'aula del Consiglio regionale della Sardegna | «Vorrei ricordare – prosegue Fois – che nell’ultimo bilancio approvato abbiamo recuperato risorse inerti e abbiamo fatto tagli dolorosi per tentare di recuperare fino all’ultimo euro e per dare risposte alle fasce della nostra società più in difficoltà con l’obiettivo di rilanciare la produzione e l’occupazione. Nonostante tutto questo il bilancio 2012 non vedrà ancora riconosciuto il credito che vantiamo con il governo. Un miliardo e mezzo di euro che i sardi hanno il diritto di avere. Basterebbe leggere la relazione della Corte dei Conti che dà pienamente ragione a quanto la commissione sostiene ormai da otto mesi». «Propongo – conclude provocatoriamente Pietro Fois – di portare la Finanziaria direttamente all’esame del governo nazionale o della Merkel. Infatti, qualunque analisi da parte della Commissione o del Consiglio è totalmente inutile, gli organi istituzionali della Regione sono stati esautorati di fatto. È superfluo ragionare su un bilancio che dovrebbe essere oggetto di programmazione e invece si rivela un documento privo di alcuna possibilità di incidere sull’economia della Sardegna».
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