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La presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo | «Tutta la Sardegna è colpita da una povertà diffusa per la mancanza di risorse economiche, a causa di una crisi che ha indebolito le buste paga, ridotto la capacità di spesa delle famiglie, strangolato le attività produttive e il terziario. L’Isola oggi è una vera e propria polveriera, fatta di un mix di rabbia, frustrazioni e sfiducia, pronta ad esplodere e la paventata ulteriore perdita di posti di lavoro nel settore industriale, Alcoa, Eurallumina e tutto l’indotto, è destinata ad alimentare nuove fiammate di tensione sociale, pericolose e difficilmente controllabili. Non è esagerato parlare di situazioni delicate, anche sotto il profilo della gestione dell’ordine pubblico». Sono le dure parole usate dalla presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, nel suo intervento d’apertura dei lavori della terza Assemblea straordinaria degli stati generali del Popolo Sardo della legislatura, rappresentando la drammatica situazione che oggi l’Isola vive. «Qualsiasi azione di riscatto, senza una profonda presa di coscienza delle nostre inadeguatezze – ha proseguito la Presidente – , è destinata al fallimento! Per essere credibili e autorevoli nel confronto con il governo nazionale, al fine di inchiodarlo al rispetto degli accordi ed ai propri doveri, dobbiamo prendere piena coscienza delle insufficienze di carattere politico e progettuale che hanno caratterizzato il nostro impegno. Limiti e insufficienze attribuibili, non solo alle fin troppo richiamate ridotte potenzialità dello Statuto di Autonomia, ma anche alla miopia di una visione politica che ci ha portato a ricondurre i nostri “piani di rinascita” e tutto il sistema economico alla logica perversa delle monoculture produttive. Quindi se oggi siamo qui è anche perché dobbiamo prendere coscienza di un fallimento. Il fallimento di un intero sistema: politico, economico e sociale che ci ha visto tutti responsabili». Riferendosi alla recente visita in Sardegna del Capo dello Stato, la presidente Lombardo, ha avvertito come sia necessario non cullarci con imprudenti illusioni ma «avere ben presente che nulla ci verrà mai regalato!». «Quello che otterremo – ha sottolineato – sarà il frutto della nostra incisività, della nostra capacità nel negoziare con il Governo un nuovo patto. Un patto che abbia come presupposto imprescindibile e pregiudiziale il pieno rispetto del dettato del novellato articolo 8 dello Statuto e della Costituzione». «Di fronte a questo sfascio – ha concluso la presidente Lombardo – non possiamo restare inermi, né tanto meno presentarci al confronto con il Governo con il cappello in mano. Dobbiamo reagire con forza e con quella grande dignità che è nel Dna di noi sardi. Ci vuole una grande mobilitazione di popolo. Un popolo che, unito e coeso si deve muovere per il proprio futuro, per pretendere ed ottenere il riconoscimento di ciò che ci è dovuto e che oggi ci viene negato da uno Stato patrigno».
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