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23/6/2005 – Confindustria Sardegna: «Urgente una riforma dei Consorzi industriali che metta le imprese al centro dell’attenzione»

 

Il presidente di Confindustria Sardegna, Gianni Biggio
Il presidente di Confindustria Sardegna, Gianni Biggio
Sul dibattito in corso sul ruolo dei Consorzi e sulla necessità di una loro soppressione o di una loro riforma, interviene anche Confindustria Sardegna.
«Appare quanto mai paradossale – si legge in un comunicato – che negli interventi e prese di posizione che si sono via via succeduti non sia mai stato fatto alcun riferimento alle industrie. Le aree attrezzate dovrebbero servire a creare vantaggi localizzativi derivanti dalla presenza di lotti adeguatamente infrastrutturati, dotati di servizi che, per livello e qualità, rendano economico operare in questi siti».
«Il fallimento dei Consorzi nel promuovere la localizzazione industriale – aggiunge la nota di Confindustria – è invece davanti ai nostri occhi, evidenziato dal fatto che la stragrande maggioranza delle imprese sarde è insediata al di fuori delle aree di sviluppo industriale e delle zone industriali di interesse regionale. Ma d’altronde non potrebbe essere che così dal momento che, per vendere, bisogna avere un prodotto che risponda ai bisogni ed alle aspettative dell’acquirente. E qui, non solo manca il prodotto, ma quando c’è non risponde alle caratteristiche richieste dal mercato».
«I Consorzi industriali della Sardegna  – prosegue il comunicato – costituiscono il retaggio di un mondo passato che non esiste più. Avevano una ragion d’essere all’interno dell’intervento straordinario del Mezzogiorno e di un mondo non globalizzato, ma nel tempo avrebbero dovuto evolvere verso forme di gestione più moderne, di natura privatistica, più in linea con i bisogni delle industrie e dei territori, capaci di concorrere sui mercati nazionali ed internazionali. In una parola capaci di essere loro stesse imprese».
Secondo Confindustria, è ormai necessario «porre fine a tale stato di cose attraverso una riforma sostanziale della gestione delle aree attrezzate per insediamenti industriali. Ma – avverte l’organizzazione degli industriali – deve essere un cambiamento vero e non mascherato, come quello che prevede la sola riduzione del numero dei Consorzi, perpetuando uno schema di gestione di natura prettamente e meramente pubblicistica, rafforzato attraverso la presenza delle Camere di commercio, enti funzionali dello Stato, e non, come dovrebbe essere, dalle rappresentanze autonome delle imprese. Non si comprende per quale divino privilegio la politica dovrebbe essere capace, da sola, di determinare il futuro delle imprese. Non lo è stata con le Asi e con le Zir e non lo sarà qualunque cosa si decida di farne per il futuro, come ben dimostra il teatro al quale stiamo assistendo».
«In tal senso – conclude la nota confindustriale –, la proposta elaborata dall’assessore Rau, pur perfettibile, individua un percorso che, oltre ad inserirsi nel più ampio progetto di delega di funzioni alle Province ed ai Comuni, rende possibile una gestione dei servizi più moderna, gettando le basi per un rafforzamento di quella collaborazione pubblico-privata sempre auspicata e necessaria. Al contempo si riattribuiscono ai Comuni le funzioni ed i compiti di loro specifica competenza sulla gestione del proprio territorio, inquadrando la promozione e lo sviluppo delle aree sui mercati all’interno di un quadro pianificatorio di livello regionale e provinciale».
«Forse – conclude Confindustria – non sarà il futuro, ma sicuramente è un presente meno oscuro di quello nel quale molti vorrebbero far vivere le nostre imprese».