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Editoriale
di Gherardo Gherardini
Il pericolo nascosto dei rifiuti industriali

Il Piano regionale per i rifiuti speciali

Siti inquinati: i programmi di bonifica

Problema imballaggi: no alla filosofia dell’usa e getta
di Pietro Stagno
Un Mezzogiorno a propulsione segmentata

Nuove strategie operative per l’area vasta di Cagliari

 

Editoriale

 

Un Paese confuso e abulico, che tentenna sulla strada da intraprendere. Un Paese schiacciato sul presente, incapace di proiettarsi nel futuro, di prolungare lo sguardo oltre l’arrangiarsi giornaliero. Un’Italia alla ricerca di un progetto. Questa la fotografia del nostro Paese che emerge dal Rapporto Italia 2005, recentemente presentato a Roma  dal presidente dell’Istituto di studi economici Eurispes, Gian Maria Fara.
«Si assiste – ha detto Fara nel corso della presentazione del Rapporto – al ritorno di pericolose forme di disuguaglianza sociale, economica e culturale, la mobilità sociale in senso ascendente e duraturo sembra essersi bloccata mentre appare attiva e sempre più pervasiva quella discendente. Siamo in presenza, per la prima volta nel dopoguerra, di un fenomeno di reflazione, dato dalla successione temporale, nello scenario economico italiano, di elevati tassi di inflazione – che, deliberatamente, sfuggono alla contabilizzazione della statistica ufficiale – e di segnali significativi di recessione, sia dal lato della domanda di beni di consumo e di investimento sia dal lato della produzione di beni e servizi».
Tuttavia – si legge nel Rapporto –  non mancano nel nostro Paese, anche nel Mezzogiorno,  modelli di vitalità imprenditoriale e territoriale, casi di successo organizzativo, aree di eccellenza produttiva e tecnologica, modelli che attendono soltanto di essere replicati su scala nazionale, soprattutto in quei contesti dove è maggiore la fragilità di carattere sociale ed economico.
A distanza di pochi mesi dalla data di presentazione di quell’indagine, l’Eurispes ha voluto riprendere, in una dettagliata scheda, uno dei temi di maggior interesse del Rapporto Italia, quello appunto dell’economia del Mezzogiorno: un territorio del nostro Paese definito «non del tutto omogeneo, ma che accanto alle tante aree di crisi ne mostra alcune con capacità di crescita persino superiore alla media nazionale».
Secondo Eurispes, in questi ultimi anni l’imprenditoria meridionale si è liberata dalle proprie incertezze e mostra una ripresa nell’iniziativa economica in controtendenza con i segnali di cattivo andamento della congiuntura nazionale e internazionale. Proprio per questa nuova vitalità,  l’attività imprenditoriale nel Sud va sostenuta, incoraggiando una maggiore affermazione dei sistemi produttivi locali.
Il rilancio del Mezzogiorno, sostiene Eurispes, ha bisogno di un progetto forte, di una politica che sappia farsi carico dei veri problemi. Ha bisogno di una politica che unisca piuttosto che dividere. «Oggi – conclude la scheda sul Mezzogiorno elaborata da Eurispes –, di fronte alle tante aree di crisi che si sono sviluppate nel Nord-Est e nel Nord-Ovest, comincia ad affermarsi la consapevolezza che il Paese contiene al suo interno, tanti Sud e tanti Nord. Vi sono aree del Mezzogiorno che mostrano una capacità di crescita addirittura superiore alla media nazionale e vi sono aree del Nord che provano dolorosamente gli esiti della deindustrializzazione, del declino, della disoccupazione». Insomma, quella che si va affermando nel Mezzogiorno è un’economia che Eurispes definisce “a propulsione segmentata”.