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24/2/2005 – Rassu: «La soppressione dell’Istituto di incremento ippico, un colpo durissimo all’allevamento isolano»

 

Il consigliere regionale  Nicola Rassu (FI)
Il consigliere regionale Nicola
Rassu (FI)
Sulla situazione dell’Istituto di Incremento ippico di Ozieri, il, consigliere regionale  Nicola Rassu (Fi) ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione:
«A Ozieri 131 anni fa nasceva il Deposito Stalloni, con lo scopo di garantire la riproduzione di cavalli di qualità per i fabbisogni della società sarda e, in modo particolare, per le forze armate dell’epoca, in cui la cavalleria ricopriva un ruolo fondamentale.
Con il passare del tempo, la struttura è cresciuta fino a dare origine all’Istituto di Incremento Ippico che ben presto è diventato un emblema di Ozieri ed un centro di riferimento nazionale ed internazionale per l’allevamento degli equini, consentendo di accumulare nel tempo  un patrimonio insostituibile di esperienze e professionalità, essenziali  in un settore che richiede competenze specifiche per far fronte ad una competizione che ha come scenario il mercato mondiale del cavallo.
Oggi qualcuno ha intenzione di dismettere l’Istituto, accorpandolo con altri Enti di ricerca, senza tener assolutamente conto del fatto che l’Istituto di incremento ippico svolge ricerca solo marginalmente (sono solo due dipendenti che si occupano di questo settore), mentre l’attività fondamentale  è stata ed è quella dell’assistenza e della promozione  dell’allevamento ippico e dei servizi correlati.
Lo scopo dell’Istituto è sempre stato quello del miglioramento, della valorizzazione, della selezione e della commercializzazione del cavallo nato e allevato in Sardegna, un cavallo che occupa un posto di prestigio nel panorama ippico nazionale ed internazionale, invidiato da molti, così come molti invidiano l’Istituto stesso che altre Regioni hanno preso a modello quando si è trattato di istituire un servizio ippico locale.
Fondamentale per l’attività dell’Istituto è l’azienda di Tanca Regia, anch’essa in procinto di essere ceduta dalla Regione non appena questa ne tornerà in possesso riprendendola all’Ersat che dal 1989 l’aveva data in affidamento all’Istituto di Ozieri.
Su quei terreni sono stati fatti investimenti specifici in impianti per il cavallo sportivo, come, tra gli altri,  il maneggio coperto, i box, i campi ad ostacoli per l’equitazione e percorso di campagna per il completo, con una spesa superiore ai 2 milioni di euro.
Tanca Regia è diventata indispensabile per l’attività dell’Istituto, non solo per la produzione di foraggio necessario ad alimentare gli oltre 400 capi posseduti, ma anche per la realizzazione del centro genetico per l’applicazione delle tecniche per la fecondazione artificiale. Diventa veramente incomprensibile capire le motivazioni per le quali la Regione vuole levare questo gioiello all’Istituto.
Ed infine, parlando di cavalli in Sardegna non si può non parlare dell’ippodromo di Chilivani, la cui gestione  ha chiuso nel 2003 con un utile di 220 mila euro, reinvestiti nel bilancio dell’Istituto a favore degli allevatori.
L’ippodromo, gestito direttamente dall’Istituto, ha consentito in tutti questi anni di salvaguardare la razza del cavallo anglo arabo e di selezionarla nell’attitudine della corsa al galoppo. Senza l’ippodromo, l’Istituto sarebbe dimezzato e la sua visibilità andrebbe completamente in fumo, mentre l’impianto, una volta venduto, non avrebbe alcuna garanzia di essere utilizzato ancora per l’ippica, ma correrebbe il rischio di essere trasformato in un campo da golf o peggio.
Qualche cifra sull’ippodromo è indispensabile per capirne l’importanza. Negli ultimi 4 anni vi si sono effettuate oltre 800 corse (con una media quindi di circa 200 corse all’anno), delle quali la metà riservata ai cavalli anglo arabi sardi e il resto ai purosangue inglesi. In pista sono scesi 877 cavalli anglo arabi e 721 purosangue inglesi e, mentre i primi hanno corso sotto i colori di 300 allevatori e proprietari,  i purosangue appartenevano a 195 persone.
Tutti hanno potuto correre sotto la guida di 158 fantini e 62 allenatori, che hanno concorso alla ripartizione di un monte premi superiore ai 2.800.000 euro per gli anglo arabi e di oltre 2.500.000 euro per i puro sangue inglesi, per un ammontare totale di oltre 5.300.000 euro erogati dall’UNIRE (Unione Nazionale Incremento Razze Equine) e pagati attraverso il Bilancio dell’Istituto di Ozieri.
Come si desume, sono cifre di tutto rispetto che dovrebbero indurre gli amministratori regionali ad un ripensamento.
Ci si lamenta per la mancanza di occasioni di occupazione o per settori in crisi irreversibili, come le miniere, la chimica, il tessile, la metallurgia, le aziende manifatturiere, e si cerca di prolungarne l’agonia con palliativi sociali, come la cassa integrazione o le ristrutturazioni e riconversioni che dopo qualche anno ripresenteranno le medesime situazioni.
Quando invece un settore va bene e presenta prospettive di sviluppo, allora si cerca di neutralizzarlo, disperdendone non solo i patrimoni di professionalità acquisiti, ma perfino la memoria storica e la fatica di tanti sardi che con passione si sono adoperati per il suo sviluppo.
Questa è solo una delle contraddizioni che caratterizzano questa stagione politica, una stagione nata con grandi speranza di riscatto per la Sardegna e che invece si precipita verso un naufragio sempre più inevitabile.
Ci resta solo da sperare che negli amministratori regionali ritorni un barlume di buon senso. A meno che dietro le loro azioni non si nascondano scopi, a noi sconosciuti, funzionali a interessi di singoli, ma non di certo a quelli della nostra terra».