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Terme di Casteldoria: sollecitata una commissione di inchiesta

 

28/11/2003 –  La nomina di una commissione regionale d’inchiesta per stabilire le responsabilità dell’incompiuta di Casteldoria – lo storico stabilimento termale della Provincia di Sassari totalmente ammodernato con una spesa di 25 miliardi di lire, mai ultimato e, senza alcuna manutenzione, avviato all’inevitabile degrado – è stata richiesta dal consigliere regionale Salvatore Piana (Udc)  con una interrogazione urgente al Presidente della Giunta e Assessore ad interim dell’Industria. Piana domanda se in questa lunga e contorta vicenda, nella quale affiorano vecchie e recenti responsabilità della Provincia, si possa configurare un danno erariale (molti dei lavori effettuati si sono deteriorati al punto che, per l’utilizzo degli impianti, vanno rifatti con una spesa rilevante) e sollecita una conferenza di servizi fra i Comuni interessati, la Comunità montana e la Provincia  per risolvere «definitivamente tutti i problemi e avviare l’attività dallo stabilimento da anni attesa dalle popolazioni del territorio».

«In assenza di risposta in tempi brevi – conclude Piana – la presente interrogazione sarà inviata per conoscenza alla Procura della Repubblica di Sassari e alla Corte dei conti della Sardegna».

In realtà, nella puntuale ricostruzione dei fatti, emergono alcuni fatti sconcertanti: dalla inspiegabile rinuncia della Provincia al rinnovo della concessione mineraria (anche le acque minerali rientrano in questa categoria), alla concorrenza con società private e amministrazioni locali, al paradossale comportamento del Comune di Santa Maria Coghinas che, dopo aver rilasciato le concessioni edilizie per lo stabilimento, forte dell’articolo 8 della legge 15, che consente agli enti locali di opporsi alle concessioni, ha contrastato il rinnovo della stessa concessione mineraria.

Ma, soprattutto, ha evidenziato Piana, c’è un assurdo tira e molla della Provincia, che non ha utilizzato altri due miliardi messi a disposizione nella Finanziaria regionale di due anni fa, non ha ultimato lo stabilimento (ci sono dettagli e arredamento da mettere in conto), non ha dato corso a richieste di società che chiedevano l’affidamento dello stabilimento anche in via provvisoria e senza la concessione dell’acqua termale evitando quel degrado che oggi grida vendetta e, soprattutto, la spesa, da parte della Provincia, di 150 milioni di lire all’anno, più Iva, per la guardiania assegnata ai barracelli di Santa Maria Coghinas.

Tutti motivi validi per entrare nel merito della vicenda,  sostiene Piana, e chiedere assicurazione sul futuro dello stabilimento, grande risorsa per un territorio che ha bisogno di crescere anche attraverso questa iniziativa, collegata al turismo.